Il Whisky logora chi non ce l’ha ! W il Rum !!

Posted: 6th marzo 2014 by adminspirito in RUM, WHISKY
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Salve

Da quando è nato, questo spazio, si è prevalentemente diviso tra whisky e rum con alcune incursioni negli altri campi (Cognac, Armagnac, Calvados, ecc..) ma avendo come spina dorsale sempre il sopracitato duo.

Quando abbiamo aperto il nostro locale il mondo del SingleMalt era in piena crisi (iniziata già da qualche anno in verità) ed all’orizzonte non si professavano certo momenti sereni in quanto il mercato scozzese si sentiva “alitare sul collo” il soffio dello Spirito dei Caraibi, tanto da far pensare che il momento stagnante era ben lungi dall’essere superato. Oltre ad un fatto culturale (l’avanzamento del Rum grazie all’ apprezzamento delle nuove generazioni) si registrava anche una crisi nera dei consumi in quei paesi che, un tempo, erano stati i loro mercati più importanti (USA ed Italia in testa). Poi all’improvviso senza nessuna previsione, circa 3/4 anni fa ecco che esplodono i mercati Asiatici e la Nave dello Scotch lascia la bonaccia per iniziare a veleggiare con il vento (quasi una tempesta) in poppa.

24417188-whiskey-catena-bottiglia-e-denaroAll’inizio questo ha trovato nei vecchi appassionati e consumatori della bevanda scozzese un momento di grande euforia perchè si vedevano finalmente uscire nuove relese, edizione limitate, progetti di riapertura di vecchie e storiche distillerie chiuse, ecc.. Del resto l’ Italia era stato nel dopoguerra il mercato più importate del SingleMalt quindi qui da noi negli ultimi decenni si erano viste girare le etichette più importanti degli ultimi 50 anni. Ma nel giro di poco tempo ci siamo iniziati a rendere conto che di questo nuovo “Eldorado” del whisky noi ne avremmo visto (e degustato) ben poco.

I mercati emergenti erano ricchi, assetati di whisky e non badavano a spese, quindi come è logico che fosse le botti migliori, le edizioni limitate, le etichette più importanti, iniziarono ad essere spedite in paesi come Cina, Vietnam, Singapore, Taiwan, ecc.. . Ma siccome tutto il whisky presente nelle WareHouse di Scozia non era in grado di placare la sete di questi nuovi appassionati & consumatori (Domanda – Offerta) i prezzi hanno iniziato a lievitare in maniera considerevole fino a raggiungere (per certe edizioni) aumenti superiori anche al 500%. Gli storici consumatori italiani non solo vedevano crescere in maniera indiscriminata i prezzi dei loro malti preferiti (per le passioni si fanno anche grandi sacrifici) ma oltre al danno si aggiungeva la beffa : per l’ italia, mercato diventato improvvisamente “povero”, si inviano sempre meno bottiglie (malgrado ci fosse ancora una nicchia di consumatori disposti a pagare certi prezzi), preferendo accontentare i nuovi consumatori (dimostrando veramente grandi doti di sensibilità & riconoscenza per quei consumatori ed operatori che avevano contribuito a far crescere l’industria del Singlemalt in tutto il mondo).brora40yearold

Ci si potrebbe interrogare se questo sia un atteggiamento “giusto” ma tenendo conto che ormai il 95% delle Distillerie è nelle mani di Multinazionali quale volete che sia la risposta. Fossero state ancora a conduzione familiare un vecchio partener commerciale avrebbe potuto giocare la carta dei “bei tempi”, ma ora andateci voi a ragionare di sentimenti con un consiglio di amministrazione. Ed ecco che così negli ultimi 2 anni abbiamo assistito al lancio di bottiglie di whisky dal costo di molte centinaia (se non migliaia) d’ euro fino ad arrivare all’ultima edizione di Brora, un singlebarrel di 40 anni casualmente ritrovato nelle cantine e messo in vendita alla modica cifra di 7000 (settemila) euro. Prezzi che tutto sommato non avrebbero neanche ragione di esistere perchè non c’è stato un aumento dei costi nella catena produttiva, molto semplicemente si è voluto giocare sulla grande richiesta (ed anche sulla ceca ignoranza) proveniente da quei paesi che hanno fatto di questi prodotti uno Status Symbol (da bambini si faceva a chi ce l’aveva più lungo, da ragazzi a chi aveva più cavalli nella macchina e da adulti a chi aveva il Port Ellen più vecchio).

Con buona pace del popolo scozzese che si era sempre vantato della sua integrità & fierezza, di perseguire una politica comunitaria di rispetto della tradizioni  ed oggi si ritrova catapultato in pieno 21° secolo sul pulpito di una asta continua a cedere al miglior offerente il loro prodotto più rappresentativo. Il vecchio Signor G. avrebbe detto : “tra l’avere la sensazione che il mondo sia una cosa poco seria ed il muovercisi dentro perfettamente a proprio agio,esiste la stessa differenza che c’è tra l’avere il senso del comico ed essere ridicoli”. A quanto pare quello che è successo negli ultimi anni nella vicina Irlanda (da Tigre d’ Europa a Gatto Abbandonato in Autostrada) non ha portato insegnamento. Tra l’altro senza che questi aumenti da capogiro abbiano un qualchè minimo riberbero sui processi produttivi/qualitativi, che invece percorrono una parabola in discesa, ma questa è tutta un altra storia.

Quello che abbiamo visto nell’anno appena trascorso ci ha così dato fastidio che personalmente abbiamo deciso di “saltare definitivamente  il fosso” andando ad occuparci prevalentemente di Rum. Anche in questo campo molte distillerie sono di proprietà di multinazionali certamente, ma ce ne sono tante altre (e sono la maggioranza) che ancora fanno parte di vere e proprie comunità, che garantiscono lavoro e profitti a dei luoghi bellissimi ma poveri. Realtà che cercano di emanciparsi per raggiungere uno status che possa dirsi almeno soddisfacente perchè per alcuni luoghi la presenza di una Distilleria (e del suo indotto) è portatrice di un minimo di benessere, sotto forma di lavoro e di presenza turistica.

1383245917rum(1)Quindi personalmente, come consumatore, preferisco sapere che i soldi che spendo per una buona bottiglia vanno a creare le condizioni perchè delle persone, che ancora svolgono il proprio lavoro con responsabilità & passione, possano migliorare le proprie condizioni di vita e contribuire a salvaguardare veramente le tradizioni di un determinato luogo. Perchè per molti paesi le Distillerie di Rum sono la principale fonte di redditto dei suoi abitanti (oltre che rappresentare una buona parte della propria cultura) e di conseguenza il successo commerciale di questi prodotti può veramente influire e migliorare le condizioni di vità di intere comunità. E potete stare certi che se e quando andrete a fargli visita sapranno dimostrarsi molto riconoscenti accoglientodi calorosamente quasi come un fratello.

Non è più un discorso qualitativo è che molto semplicemente ne abbiamo abbastanza di sentirci “presi x il c…” acquistando dei prodotti che ogni 3 mesi aumentano in maniera considerevole senza nessun altro motivo che non sia la sola e pura speculazione sul profitto. Una pioggia di Denari che non viene neanche re-investita in miglioramenti qualitativi dopo che per diversi anni l’industria del whisky ha subito molteplici ridimensionamenti (proprio in nome di una produzione che potesse “rientrare nei costi”) che hanno portato ad un abbassamento generale della qualità.

Ovviamente ci sono le dovute eccezioni, alcune distillerie sono in mano a privati e soprattutto in questi anni se ne stanno aprendo di nuove proprio con l’intenzione di tornare a produrre whisky in maniera artigianale.

Vedremo cosa ci riserverà il futuro, certo è che per ora il presente è veramente Triste !!

  1. Giulio ha detto:

    Ciao Francesco ,
    Sono completamente d’accordo w il rum w le piccole produzioni w la qualità w le persone semplici che fanno il loro lavoro con grande passione e spesso in maniera eccellente
    Un saluto
    Giulio

  2. pino perrone ha detto:

    Io, invece , caro Francesco, non dirò mai W il rum poichè non m’appassiona. Non volermene ma non posso ripiegare verso un prodotto che mi entusiasma molto, ma molto meno, solo perchè l’altro, quello che veramente mi eccita, è diventato improvvisamente inaccessibile. Sarebbe come mentire a me stesso. E non posso farlo. Inoltre, come tu ben sai, nessuno ci obbliga ad acquistare un Brora di qurantanni e il mercato è pieno di prodotti ottimi tra i 50 e i 70 euro. Tuttavia capisco la frustazione, che è anche la mia, di non potere assaggiare certe cose, ma questo palesa un interesse ancora molto vivo. Riflettici. Ti aspetto a Roma per offrirti un buon dram.

  3. davide ha detto:

    no caro amico non sono d’accordo, parli da uomo ferito.
    Francesco, a me questo andazzo mi è servito da qualche anno per spingermi verso distillerie snobbate (cosa che fai sempre anche tu nei tuoi articoli) e IB.
    E mi accorgo che ci facciamo un sacco di menate noi “malati” ma quando fai bere un malto semplice da 35 euro (dico Bladnoch, giusto perché è molto snobbata anche a fronte di etichette poco attraenti) molti neofiti rimangono molto soddisfatti. A meno di 2 euro al giorno si possono ancora bere fior di prodotti, accontentiamoci e ricordiamo che semel in anno licet insanire (ho fatto l’ITIS ma questa la so)

    • pino perrone ha detto:

      E pertanto, a meno che Seneca abbia avuto torto, per quest’anno te la sei giocata e ti rimangono nove mesi abbondanti da fare il bravo. Next in 2015!

  4. adminspirito ha detto:

    Avete tutti centrato il senso di questa storia, non ha caso il titolo era “il whisky logora chi non ce l’ha” ed infatti “ho parlato da uomo ferito”.
    E’ vero che si bevono ottime bottiglie al prezzo di 50 euro (io personalmente ho sempre preferito i malti Under15) però per un appassionato non riuscire a reperire le bottiglie delle proprie distillerie preferite (o perchè costano troppo o perchè in Italia non le mandano praticamente più) è molto frustante.
    Purtroppo non ci sono giustifazioni a questi aumenti se non quelli della pura speculazione e una passione (come una relazione di coppia) è una cosa che bisogna alimentare di continuo altrimenti piano piano si spegne.

  5. davide ha detto:

    Quindi mi par di capire che tu sostienga che le scappatelle con donne di malaffare tengono vivo il rapporto 🙂

  6. adminspirito ha detto:

    Oddio, detta così a freddo, alla vigilia della Festa della Donna, mi potrebbe sembrare una affermazione pericolosa (non per la Donna ovviamente) !!

  7. Massimo Righi ha detto:

    Caro francesco in parte hai ragione alcuni prezzi sono lievitati in maniera folle compreso anche le botti che io acquisto hanno avuto un aumento del 300% in due anni e non solo le tengono gelosamente nascoste pensando un un aumento infinito , mi ricorda la bolla speculativa su internet del 2000 .
    concordo con Davide e Pino che si possono trovare ancora ottimi prodotti a prezzi ragionevoli e che non deluderanno , anzi .

    saremo costretti a veder bere prodotti che hanno oltre 30 YO solo dai nuovi ricchi sperando che sappiamo solo di legno e stivali di gomma sporchi

  8. adminspirito ha detto:

    Caro Massimo avere o meno ragione non mi conforta per niente.
    Così come non mi accontento affatto di sapere che in giro si trovano ancora buone bottiglie a poco più di 50 euro (e ci mancherebbe che non fosse così).
    Una persona appassionata da anni di questi prodotti vuole molto di più.
    Ciò non toglie che loro che producono whisky sono liberi di venderlo al prezzo che preferiscono, solo almeno che ci risparmino la storiella delle tradizioni del fiero e incorruttibile popolo scozzese.
    A quanto pare sono bastanti un pò di PetroDollari, Rubli e Yuan per fargli vedere le cose da un altro punto di vista.
    Slainte !!

  9. pugiale ha detto:

    Mi pare che “l’andazzo” al rialzo del prezzo stia succedendo anche sul rum e che i barili eccellenti si inizia ad avere difficoltà a trovarli.
    Un saluto a tutti.

    • adminspirito ha detto:

      Ciao Alessandro
      E’ vero, i broker sono gli stessi (Whisky & Rum in Scozia) ed i prezzi aumentano anche per lo spirito dei caraibi.
      Pensiaamo sia arrivato il momento di andare a cercare ed acquistare il Rum direttamente nei luoghi di origine.
      La qualità ci guadagna, il prezzo anche !!
      Ed anche il lavoro di ricerca tutto sommato non è male !