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Quando si parla di Italia bisogna sempre avere il Massimo Rispetto, anche quando ci occupiamo dell’ Arte Distillatoria in quanto è proprio nel nostro paese che questa è riuscita ad evolvere in seguito agli studi della Scuola Salernitana che contribuì a gettare le basi della Distillazione Moderna facendo da precursore alla nascita delle Distillerie così come le abbiamo conosciute nel 17/18° secolo.

Un altra virtù tipica italiana è quella di primeggiare anche nell’ Arte di Arrangiarsi e così, a seguito della devastazione dei vigneti Francesi nella fine dell’800 (per via della Fillossera), alcuni connazionali pensarono bene di aprire delle distillerie in patria per la produzione del celebre Cognac tanto ricercato dalle classi Benestanti dell’epoca. Probabilmente molti conoscono le Distillerie di Cognac Italiano del Nord e/o della Romagna (Buton, Stock, Branca, Sarti, ecc..) ma anche al Sud furono aperte delle bellissime realtà ed oggi vogliamo parlare di una di queste, situata in Puglia e sopravvissuta intatta fino ai giorni nostri, la Distilleria Cassano (evitate battute sul Fantantanio Nazionale).

Verso la fine dell’ 800 nella zona Pugliese di Gioa del Colle si assiste ad un grande incremento della produzione Agricola e VitiVinicola, settore che occupava la quasi totalità della manodopera locale. Il Vino più prodotto era il Primitivo che godeva di grande successo anche all’estero per via del suo ottimo rapporto qualità-prezzo. Nel 1887 alcune discordie tra stati Europei portano a bloccare le esportazione di Primitivo in Francia & altri Paesi d’ Oltralpe, cosa che rischia di mettere in ginocchio tutta l’economia della zona che Vive intorno a questo prodotto. Contemporaneamente la Francia è attraversata dalla sua più grande crisi Vinicola per via di un parassita, la Fillossera, che gli sta decimando tutto il patrimonio Vitato (Alla fine distruggerà oltre il 90% delle viti del Paese). Per correre ai ripari nella zona del Cognac le grosse Maison si stanno recando in Italia per acquistare le Uve ed il Vino da Distillare per trasformarlo in Brandy (del resto l’ Ugni Blanc Francese è un diretto discendente del Trebbiano Toscano/Romagnolo, imparentato con molte altre uve bianche italiane). E’ in questo momento che in Puglia qualcuno comincia a fare 2 + 2 : I Francesi non hanno più le uve per produrre il Cognac, noi per via dell’impossibilità di esportare i nostri vini all’estero siamo pieni di Uve & Vino, direi che è il caso di “darci da fare”. Nel giro di poco tempo molti agricoltori si mettono a Distillare e traformano il loro Vino in Acquavite, dapprima in maniera spontanea & artigianale, poi sempre di più con convinzione & spirito imprenditoriale. Alla fine dell’ 800 in tutta la provincia si potevano contare più di 100 aziende dedite alla produzione di Alcol & Spiriti.

Gioia_Seminario_11-702x336Tra tutte queste, in verità di modesto rilievo, spicca la realtà fondata da Paolo Cassano nel 1881, una Distilleria ospitata nella Masseria Cassano in contrada Cozzarole, una zona perfetta per ubicare una distilleria di discrete dimensioni, per via della presenza di 2 falde acquifere di ottima qualità e per la vicinanza con una stazione ferroviaria (indispensabile per far arrivare le materie prime e spedire le merci). Per assicurarsi la vendita di buoni lotti Paolo Cassano si accorda con 2 Famose Distillerie del Milanese (Ermegildo Castiglione e le Distillerie Italiane) a cui probabilmente cede parte del Brandy prodotto. Contemporaneamente il suo Cognac ottiene 2 grandi riconoscimenti vincendo dei premi alla Fiera di Chicago nel 1892 e di Milano nel 1893. Visto il successo conseguito la Distilleria Cassano si amplia sempre di più, rileva un mulino, costruisce una grande ciminiera e si dota di impianti moderni per la produzione di vapore (alimentati con la Vinaccia e gli Scarti della lavorazione). Ai primi del 900 nasce il celebre Fides Cognac Italiano imagesCA4O4O34prodotto dalla Distilleria Cassano e dalle altre della zona di Gioia del Colle, un Brandy che riscuterà grande successo all’estero per via delle sue ottime qualità organolettiche, arrivando a essere esportato in Germania, Francia, Romania, Polonia, Jugoslavia, Ungheria, Grecia, Turchia e Africa del Nord. Intanto continuano i riconoscimenti alla fiere di Roma, Torino, Londra, Liegi, Parigi (qui addirittura in concorso alla cieca il Fides Cognac Italiano vincerà sul celebre Martel, facendo girare non poco le balle ai Cugini d’Oltralpe). La partecipazione alla fiera di BuenosAires gli apre anche il Mercato Americano e di conseguenza lo stabilimento/Distilleria Cassano continua ad ingrandirsi sempre più, aggiungendo anche la produzione di altre etichette come il Superior Old Brandy ed il Rhum Jamaica (Black Old Rhum). Distilleria_Paolo_Cassano_Black_Old_Rhum_02Purtroppo verso il 1912/14 la Fillossera raggiunge anche la Puglia ed i suoi vigneti vengono decimati, inoltre lo scoppio della guerra renderà tutto più complicato. Il grosso impianto da li a breve cesserà di esistere ma Paolo Cassano continuerà a produrre i suoi celebri spiriti fino agli anni 30 nella piccola Distilleria della Masseria (si racconta che durante la Seconda Guerra Mondiale alcuni soldati americani rifugiatisi nella distilleria ormai abbandonata si fossero ubriacati con le bottiglie ancora presenti nei magazzini/cantine). Alla metà degli anni 50 la Distilleria viene definitivamente abbandonata.

Nel 1970 la Distilleria viene ceduta alla USL per la realizzazione di un ospedale (cosa che non avverrà mai) e nel 1997 diviene di proprietà del Comune di Gioia del Colle, rigirata dalla USL per appianare alcuni debiti con l’amministrazione. Finalmente grazie ad un finanziamento il Comune nel 2007 decide di restaurare la Masseria e l’Antica Distilleria Cassano (rimasta intatta dalla fine dell’800 e iscritta nell’elenco dei beni monumentali e ambientali con decreto di vincolo del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali) per via della sua grande bellezza e diretta/degna rappresentante della Tradizione Distillatoria Italiana del secolo scorso. Il progetto prevede che la vecchia Distilleria venga adibita a Museo del Vino ed Enoteca Provinciale.

L’iniziativa è sicuramente lodevole e nel lavoro di restauro si è cercato di preservare limpianto originale (con un pozzo artesiano all’interno da cui si prelevava l’acqua per i processi di distillazione), salvaguardando sia le vecchie cantine che la Ciminiera. Nei magazzini sono state ritrovate alcune vecchie etichette ma purtroppo nessuna bottiglia originale dell’epoca (sono state ricreate appositamente), ma noi da buoni collezionisti siamo certi che da qualche parte nel mondo ce ne saranno sicuramente.

Visita la Distilleria Appena Restaurata :

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