Un Saluto ad un Compagno di Vita

Posted: 30th marzo 2013 by adminspirito in VARIE

Salve 

Piove, il cielo è grigio (altro che Messico & Nuvole) e con il rito del Caffè Mattutino, sfogliando il giornale, abbiamo appreso della Scomparsa di Enzo Jannacci. Da oggi partiranno le commemorazioni e probabilmente nel giro di un paio d’anni nasceranno eventi e fondazioni a lui dedicate, eppure noi siamo convinti che Enzo sarebbe contento di vedere le “Gente Semplice della Sua Milano” portargli un fiore o anche soltanto un sorriso al suo Capezzale. Non le Autorità e le Persone Importanti che di Solito si Accodano in questi Tristi Eventi, ma bensì la gente comune di quell’anima popolare un pò romanzesca che aveva saputo ispirarlo e raccontare così bene nelle sue canzoni. Un anima di una Milano che forse non riconosceva più come sua, che faceva fatica a comprendere, ma che, ne siamo convinti, anche se parla dialetti diversi, esiste ancora e ci vogliamo augurare che sappia salutarlo con il dovuto rispetto che si deve ad un grande amico che se ne va. Questo per Lui sarebbe il Saluto più Bello, anche se non mi stupirei di scoprire che tra le sue ultime volontà ci sia di essere accompagnato in questo ultimo viaggio da una Banda che Suoni la Musica a cui lui Aveva Attinto a Piene Note per le sue Canzoni più Sentite, il Jazz !! 13 - Enzo Jannacci - Front

Enzo Jannacci, un Genio dello Spettacolo (Musica sarebbe Riduttivo) in una Figura da Ragioniere Statale, aveva lo Swing nel Sangue e se per il suo Amico & Collega Giorgio Gaber è stato coniato il termine di Teatro-Canzone, per lui forse si potrebbe usare quello di : Romanzo-Canzone. Con quella voce un pò “fuori dal comune” e la sua grande energia è riuscito a dare vita a delle canzoni & spettacoli indimenticabili. Un Rivoluzionario Vero, che ha vissuto i suoi anni in un periodo in cui tanti si tacciavano della Patente di Rivoluzionari con ruoli che spesso si limitavano al solo look (da rivoluzionari). Non era mai pago, passavano gli anni ma lui aveva sempre voglia di raccontare e sperimentare, trovando ispirazione sia nelle storie di cronaca della Mala Milanese (quella dell’anima popolare di periferia e non quella violenta sullo stile di “Milano Brucia”) sia nel Costume Sociale di una Italia che si stava Trasformando proprio sotto i suoi occhi. Ed ovviamente, come accade a tutti gli Artisti veri, non c’èra solo musica ma anche spettacoli & Cabaret, che lo avrebbero visto protagonista nella nascita del Derby di Milano per poi sfociare  nell’incontro con il Teatro di Dario Fo che gli avrebbe scritto molte delle sue canzoni più sentite.

Giovanissimo, agli Esordi fonda una Band in cui il Cantante era Toni D’Allara e dopo che questi si lancia nella carriera solista il suo posto viene preso da Giorgio Gaber con cui Jannacci legarà in maniera profonda. La Band si scioglie e con Gaber fonda un duo : I Due Corsari, queste sono canzoni del Periodo :

NON OCCUPATEMI IL TELEFONO

COME FACETTE MAMMETA

Jannacci continua anche la sua carriera di Musicista e non molti sanno che, seguendo la sua passione per la musica Jazz finisce per suonare con i vari Stan Getz, Gerry Mulligan, Chet Backer, inoltre la sua amicizia con Bud Powell lo porta ad approfondire l’uso delle tastiere. Dopo questo periodo debutta da solista con delle canzoni che sono da confine tra musica ed umorismo, con delle note da Cabaret e avanspettacolo. I Successi di quel tempo sono :

IL CANE CON I CAPELLI

L’ OMBRELLO DI MIO FRATELLO

Ma Janacci è sempre di più affascinato dalle storie di Periferia & della Malavita Milanese, del fermento sociale di quel periodo, delle lotte e delle rivendicazioni della gente umile, ed è ben contento ri raccontarle nelle sue canzoni, in quegli anni escono :

FACEVA IL PALO (NELLA BANDA DELL’ORTICA)

VINCENZINA E LA FABBRICA

Senza tralasciare i “classici”, quelle canzoni, semplici ma piene di energia che sono diventate tra le più trasmesse alle radio, veri & propri Must come :

VENGO ANCH’IO

MEXICO & NUVOLE

Jannacci è uno di quegli Artisti che ha avuto il raro privilegio di lavorare a quello che più gli piaceva, seguendo le ispirazioni del momento, senza compromessi e senza strizzare l’occhio al mercato. Ha pagato la sua voglia di Indipendenza Culturale con il Periodo in cui la RAI lo ha estromesso dalla proprie trasmissioni, ma non ha mai chinato la testa, pago della fantastica sensazione che ti da il “fare sempre quello che ti piace”. Per alcuni anni smette anche di fare Musica da Professionista e si dedica alla professione di Medico, poi arriva il giorno dell’incontro con Paolo Conte, ancora sconosciuto al grande pubblico, che gli regala Mexico & Nuvole e Janacci è di Nuovo un Re (non quello di Ho Visto un Re, nata dal Sodalizio con Dario Fo) anche per la RAI. Dopo qualche anno torna anche a SanRemo con un brano che tenta di raccontare, alla sua maniera, ironica & graffiante (per Sanremo) le storie di un ex-tossico che prova il rinserimento nella società, attraverso la ricerca di un lavoro.

Jannacci è uno di quegli Artisti, ne siamo convinti, a cui la Storia saprà dare il giusto valore che merita. Amava guardarsi intorno e provare a raccontare, senza nessun tipo di filtro morale/sociale/culturale, le storie che vedeva. Un Artista vive per l’apllauso del Pubblico e probabilmente Jannacci non si sottraeva a questa regola, ma rimane sempre un musicista che non ha mai cercato la popolarità, intesa come successo commerciale & mondanità, preferendo a questa la libertà di creare e raccontare assecondando i suoi ritmi, umori, passioni. $(KGrHqJ,!lwE9JVDGL29BPs9wsJSrw~~60_12

Ho sempre avuto un Rapporto Difficile con i Funerali, ma mai come questa volta mi piacerebbe mettermi in Viaggio per andare a dare l’ultimo saluto ad una Persona che non avevo mai conosciuto ma che grazie alla sua musica sentivo come un Amico. Mi Auguro che i Milanesi semplici sapranno fare altrettanto, perchè sono convinto che niente potrebbe farlo più felice come una grande presenza popolare, di gente comune, al suo funerale.

Certo è che per noi che viviamo con la testa rivolta al passato (perdonateci ma questo Futuro ci spaventa un pò, non solo perchè non comprendiamo dove ci stia portando, ma soprattutto perchè ci siamo resi di conto di non essere in grado di provare a influenzarlo), ormai, di punti di riferimento, ne restano sempre meno.

 

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COVER JANNACCI