Salve

Ieri mi stavo facendo un giro sul mare del web e…..  un klik qui, un byte la, mi ritrovo su Whisky Exchange a “sfrugugliare” i prezzi (allucinanti) che stanno raggiungendo le bottiglie da collezione. Non so perchè ma klicco su  Campbeltown e mi appare per primo il vecchio SpringBank 1919 (50yo), di cui anche Samaroli fece uscire qualche bottiglia, in vendita alla modica cifra di 50.000 sterline (stica…….. scusate la volgarita ma quando ci vuole ci vuole.). Scorro la colonna e appaiono altre bottiglie da cifre “più consone” (4.000, 3.000, 2.500, ecc..) fino a quando non appare questa bottiglia di Longrow 1973 (16yo) ex-sherry in vendita alla modica cifra di 1.750 sterline. Ci rifletto un attimo e mi dico : ma io ce l’ho questa bottiglia ?!?

Torno a casa, controllo dove tengo ultimamente le bottiglie (cioè mi arrampico sopra credenze e armadi del Salone con lo scaleo, in quanto non sappiamo più dove metterle, ecco perchè casa nostra puzza come distilleria), sposto quelle sul fondo ed eccola li che mi appare in tutto il suo (costoso) splendore : Longrow OB 16yo del 1973, 46%, Ex-Sherry.

La bottiglia in questione, in realtà poco più di mezza bottiglia, ci fu regalata da Silvano Samaroli, l’ultima volta che gli facemmo visita in compagnia di Davide di Angels Share. Per lui è sempre così, si chiacchiera a lungo, si assaggia qualcosa e poi quando è il momento di salutarsi prende quache bottiglia dalla sua cantinetta e te la offre. Se capisce che ti piace il Rum ti congeda con una bottiglia dello spirito dei caraibi, stessa cosa per i whisky. Noi avevamo “posteggiato” la bottiglia sopra il mobile in sala e ce ne eravamo dimenticati. Poi siccome avevamo  in “stand by” anche una serie di Longrow, già aperti e superstiti del MilanoWhiskyFestival, ne abbiamo scelta una ex-sherry da affiancare alla già citata. Quindi Longrow 16yo 1973 contro Longrow 2003 imbottigliamento di Dumpy/Cadenhead’s uscito lo scorso anno.

Prima però divertiamoci a ripercorre la storia di questo singlemalt, giovane negli anni ma che affonda le proprie radici nella storia del whisky di Scozia.

Il Longrow viene distillato nella distilleria SpringBank sita nella penilosa di Campbeltown, un tempo considerata la culla dello Schotch Whisky. Tra la fine dell’ 800 ed i primi del 900 il whisky di Campbeltown era il più ricercato ed il più richiesto dal mercato per via della sua alta reputazione di prodotto

CAMPBELTOWN VISTA DAL LAGO

di altissima qualità. I registri dell’epoca ci raccontano che nella piccola penisola ci fossero all’opera più di 200 fumanti distillerie. Come spesso è successo nel mondo del whisky, a seguito di una delle tante crisi di consumi, l’età d’oro del malto di Campbeltown  cessò improvvisamente e ad una ad una le distillerie chiusero i battenti, tantè che al giorno d’oggi ne sono rimaste veramente pochissime e si è rischiato di perdere anche il ricordo del whisky prodotto in questa regione. I testi dell’epoca ci raccontano che il Malto di Campbeltown era un distillato fortemente pesante, oleoso, salmastro e dalla spiccata personalità torbata, tanto che ad una degustazione alla cieca poteva essere tranquillamente confuso con un Islay. Oggi possiamo notare che l’unica distilleria sopravvissuta alla crisi del whisky di Campbeltown è quella che utilizza meno torba di tutte, la Springbank Distillery, tutt’ora rimasta di proprietà della stessa famiglia che l’ha aperta e fondata nel lontano 1828. Anche l’atra distilleria rimasta in attività, la Glen Scotia, non produce malti particolarmente torbati quindi sembra che il ricordo dei vecchi whisky distillati a Campbeltown abbia realmente corso il rischi di scomparire.

GLI ALAMBICCHI CON CUI SI DISTILLA IL LONGROW

Ma qualcuno racconta che i proprietari di Springbank, che producevano anche un Blended molto apprezzato & richiesto dal mercato, il Campbeltown Loch (decisamente affumicato), per non dover più acquistare il whisky di Islay (indispensabile per la miscela del loro Blended) decisero di produrre loro stessi un distillato con quelle caratteristiche. Allora nel 1973 iniziarono a produrre un singlemalt fortemente torbato che prese nome di Longrow poichè dai vecchi & polverosi registri di un tempo risultava che nello stesso edificio dove sorge la Springbank ci fosse una distilleria di nome Longrow.

Come gli appassionati di SingleMalt sanno bene la Spiringank è l’unica distilleria di Scozia che utilizza ancora il processo di maltazione tradizionale su pavimento per tutto il whisky da loro prodotto (ne sono rimaste 5/6 che lo fanno per il 20%25 della produzione, tutte le altre acquistano l’orzo dalle malterie). Ma non è stato sempre così, infatti il pavimento di maltazione fu chiuso, come molte distillerie dell’epoca, nei primi anni 60, venne reso di nuovo operativo nei primi anni 90, così che da allora produce tutto l’orzo maltato per il fabbisogno della distilleria. Però (c’è un però) alcuni imbottigliatori che lavorano da tempo con la SpringBank ci hanno raccontato che per la produzione del whisky SpringBank viene utilizzato il “Grist”, la farina d’orzo già maltata, mentre l’orzo maltato in distilleria viene utilizzato solo per la produzione del whisky Longrow. Quindi questo resta un capitolo ancora aperto e da confermare !

Sul gusto del Longrow non c’è niente da eccepire : denso, oleoso, affumicato, salmastro, leggermente diverso dagli altri malti torbati prodotti in Scozia. E’ lo stesso Silvano Samaroli che durante una chiacchierata ci dice : “il Longrow è l’unico SingleMalt autentico & rappresentativo del vecchio stile dei malti prodotti a Campbeltown” che ancora oggi ci permette di degustare e assaggiare come erano i whisky prodotti in questa zona. E questa affermazione viene da una persona che ha sempre lavorato a stretto contatto con i proprietari di Springbank (erano anche gli stessi di Cadenhead’s) dove Samaroli si riforniva per i suoi imbottigliamenti gia dalla fine degli Anni 60. Silvano ha così avuto modo di assaggiare (e imbottigliare) i vecchi Springbank del 1919, quando erano decisamente diversi da quelli attuali, più oleosi & torbati. Qui in Italia oggi, molti bevitori di whisky affumicati guardano ai malti prodotti ad Islay, mentre il Longrow resta un prodotto di nicchia, ma del resto non potrebbe essere altrimenti visto che per via della modestissima produzione non riuscirebbe a “reggere” un aumento della domanda da parte del mercato. Non abbiamo dati ufficiali su quanta sia la produzione di Longrow in percentuale a quella di Springbank, certo è che le bottiglie di Longrow sono tra quelle destinate ad aumenti considerevoli e di sicuro diventerenno bottiglie da collezione molto richieste (e costose).

Tra qualche giorno preparemo una verticale degli imbottigliamenti ufficiali di Longrow, intanto divertiamoci con questo piacevole esercizio e giochiamo a comparare il primo Longrow, quello prodotto nel 1973 con l’ultimo Longrow distillato nel 2003. Abbiamo scelto questo imbottigliamento perchè entrambi sono ex-sherry ed entrambi imbottigliati a 46%.

Longrow 1973 : colore bronzeo/ramato molto vivo, al naso ti colpisce subito con una nota affumicata decisa, leggermente diversa da quella che siamo abituati a sentire oggi nei whisky torbati. Infatti l’espressione fumosa è un concentrato di aromi di cenere, caminetto, sigaro spento, che ci ricorda la degustazione di un vechio Laphroaig 1965 selezionato da Nadi Fiori per la Intetrade, anche quello un ex-sherry. In bocca risulta molto grasso, succoso ed oltre ai sapori cinerei di affumicato molto forte e presente troviamo le note speziate di tipo piccante, come un mix di pepi. In bocca è veramente ampio e saporito con un accenno sapido che fa da contorno. Finale decisamente lungo e persistente.

Longrow 2003 : Queste bottiglie le abbiamo prese perchè sono imbottigliamenti di Cadenhead’s e ci siamo detti “se sono anche i proprietari della distilleria, quando imbottigliano Springbank & Longrow avranno la possibilità di scegliersi  botti di alta qualità” (il ragionamento non fa una grinza ci pare). Il colore è meno ramato del precedente che si ferma ad un oro/bronzeo. Al naso colpisce per la maggiore potenza armonica del 1973 mentre le note affumicate sono molto simili e ci rimandano alla cenere. In bocca si percepisce invece un  inpatto gustativo più semplice (bhè il precedente aveva 16yo) con una minore presenza delle note speziate piccanti a cui si sostutuiscono delle spezie dolci come cannella & vaniglia. Perde qualcosa come potenza e complessità di gusto ma tutto sommato non è molto dissimile dal suo predecessore. Diciamo che il 1973 più tempo passava nel bicchiere e più “tirava fuori” nuovi sapori, questo 2003 invece “parte subito forte” e poi, piano piano, tende a rallentare. Anche qui troviamo una leggera nota sapida ed il finale risulta deciso con una buona persistenza.

Che dire !?! Tutto sommato non abbiamo registrato delle sostanziali differenze, quelle poche che ci sono sono dovute a 2 prodotti diversi (stessa sorte sarebbe probabilmente toccata a 2 Longrow sempre del 1973). Invece ci ha colpito il fatto che tutto sommato, sono prodotti molto simili tra loro, dimostrazione che lo stile Longrow in questi anni non ha subito modifiche sostanziali. La seconda quindi risulta una bella bottiglia che esprime e racconta al meglio il carattere della distilleria. Sul rapporto qualità prezzo, comme accennato all’inizio, è meglio soprassedere : circa 2000 euro il 1973, poco più di 40 euro il 2003. Vedete voi quale bottiglia di Longrow preferite regalarvi !

 

Nei Prossimi giorni preparemo una Verticale sugli imbottigliamenti Longrow della Distilleria !

  1. Decanter ha detto:

    Scusa ma non ho capito…50.000, CINQUANTAMILA sterline per una bottiglia??!!!

  2. […] le due e mezzo di S. e le tre di Hazelburn… che confusione!): Francesco ha da poco dedicato un articolo interessante a questo whisky, esperimento nato nel 1973. Qui sopra trovate lo schemino della distillazione di […]