La Canna da Zucchero in Sicilia….

Posted: 11th maggio 2019 by adminspirito in VARIE

Salve

La scorsa estate siamo scesi a Taranto x ritirare un piccolo lotto di Macallan e siamo rimasti ospiti delle persone che ci avevano contattato per cederci  le bottiglie, proprietarie di un birrificio artigianale (le botti di whisky/Rum che mi avete chiesto x far affinare la birra stanno finalmente x arrivare).

La sera mi hanno portato fuori x locali (Taranto e’ una citta’ bellissima, con un mare stupendo e il fascino un po’ decadente del vecchio centro storico) e durante la chiacchierata e’ venuto fuori che la Facoltà’ di Agraria di Bari aveva istituito un programma sperimentale per reintrodurre la Coltivazione della Canna da Zucchero in Lucania. Non solo, la presenza di un professore nella compagnia ci metteva al correntre della vecchia industria dello zucchero in Sicilia (nota anche ai Pugliesi perche’ vi si recavano per lavorare).

Ora ammetto che la triangolazione Puglia/Basilicata/Sicilia poteva risultare un po’ confusionaria, ma appena rientrati a casa abbiamo subito tentato di contattare l’Universita’ di Bari per avere maggiori informazioni, e soprattutto un recapito dell’azienda Agricola responsabile del progetto, ma essendo estate ci e’ voluto un bel po’ per avere una risposta (2 mesi di “rimbalzi” da un ufficio all’altro). Quando finalmente riusciamo ad avere l’indirizzo dell’Azienda Agricola anche con loro fatichiamo non poco per entrare in contatto telefonico (sempre fax, mai nessuna risposta) tante’ che stavamo pensando di andarci di persona. Alla fine, mandando un fax con il nostro recapito telefonico veniamo ricontattati e con nostra grande delusione ci informano che non si trattava affatto di Canna ma bensi’ di antiche varieta’ di Barbabietola da zucchero, adducendo l’errore, probabilmente, al giornalista che aveva scritto un piccolo articolo. 

In ogni caso i mesi non erano passati invano. infatti per cercare di dare sfogo alla nostra curiosita’  sull’argomento avevamo reperito materiale sulla coltivazione della Canna da Zucchero in Sicilia, tra cui questo bellissimo libro : INSULA DULCIS, L’Industria della Canna da Zucchero in Sicilia (sec. XV-XVIII).

Ne era emerso un racconto affascinante (ricostruito su vecchi documenti Notarili e di compra vendita) in cui la zona del Palermitano principalmente, seguita dal Trapanese/Marsala con la fascia Jonica di Siracusa in chiave minore  erano diventate i piu’ grandi produttori di Zucchero di tutto il Mediteranneo. La canna da Zucchero, importata in Sicilia dagli Arabi veniva chiamata “Cannamele”, mentre gli impianti per l’estrazione e lavorazione del succo “Trappeti” (da non confondere con gli omonimi per la lavorazione delle olive) dotati di caldaie per la bollitura del succo appena estratto e di mulini per la frantumazione delle canne . Infine gli opifici per la raffinazione dello zucchero che spesso producevano anche confetti. Questa vera e propria industria (per l’epoca) prospero’ per circa 2 secoli ed inizio’ ad entrare in declino al seguito della scoperta delle Americhe e dell’importazione di zucchero dalle colonie da parte degli altri paesi Europei nei secoli successivi.

Bisogna anche considerare che la Sicilia si trovava proprio al confine settentrionale della zona climatica ideale per la coltivazione della Canna da Zucchero ed ogni anno il raccolto era a rischio, tante’ che le canne venivano spesso tagliate a Novembre/Dicembre non ancora completamente mature.

Leggendo gli atti notarili che parlano di Cannamele e Trappeti non abbiamo trovato cenno alla fermentazione del succo di Canna per la produzione di bevande alcoliche (del resto noi avevamo l’Uva per la produzione del vino). A noi pero’ piace pensare che nella zona di Marsala (dove si trovavano alcuni Trappeti di grosse dimensioni), quando piano piano scompare l’industria dello Zucchero per essere sostituita da quella di un particolare tipo di Vino, il Marala……. una certa commistione ci sia comunque stata.

Certo, che se fossi un appassionato di Rum e vivessi nelle zone sopra-nominate un bel lavoro di documentazione, seguito dalla elaborazione di un progettino, per tentare di reintrodurre la coltivazione della Canna da Zucchero in Sicilia ce lo farei. E se il progetto risultasse economicamente fattibile, siamo oltre si’ convinti che non mancherebbe di riscuotere interesse tra le Autorita’ pubbliche in grado di finanziare parte degli investimenti iniziali, visto l’importanza storica che pare rivestisse l’industria dello zucchero in questo estremo lembo d’Italia.

A Buon intenditore poche parole…..

Tipica raffineria per la lavorazione della canna da zucchero da G. Stradano, in Alberti 1596

Caro Presidente…..

Posted: 9th maggio 2019 by adminspirito in VARIE

Salve

Con oggi sono ormai 41 Anni che Aldo Moro e’ stato ritrovato chiuso nel portabagagli di una R4 rossa nel Ghetto Ebraico e visto la stima e l’affetto che abbiamo sempre provato per il miglior Politico/Statista che l’Italia abbia mai avuto, troviamo doveroso ricordarlo.

Negli ultimi 2 anni, grazie al lavoro della II Commissione Parlamentare sul Rapimento di Moro, molti nodi stanno finalmente venendo al pettine, scalfendo le bugie e i depistaggi che i Brigatisti, per garantirsi latitanze dorate e sconti di pena hanno accettato di raccontare.

In Primis e importantissimo quello che la Famiglia di Aldo Moro ha sempre sostenuto “Aldo Moro molto probabilmente e’ stato effettivamente rilasciato dalle Brigate Rosse la sera dell’8 Maggio“, poi non sappiamo davvero cosa sia successo”.

E la moglie Eleonora Moro che parla, probabilmente perche’ doveva aver avuto notizia dell’immediato rilascio del marito da chi teneva i contatti tra la Famiglia ed i Brigatisti, ma parte anche dal fatto che in tasca del Presidente furono trovati 2000 lire in gettoni. Eleonora Moro ci spiega che il marito era un igienista convinto, tante’ che portava i soldi (che riteneva ricettacolo di germi) in un borsellino che teneva in una delle sue borse, mai addosso o negli abiti. Quindi la moglie si chiede come mai quella sera avesse nella tasca della giacca, dopo 55 giorni di prigionia, tutte quelle monete, visto che lui non le avrebbe mai portate con se. Probabilmente gli sono state consegnate dai Brigatisti al momento del rilascio per poter telefonare da una Cabina e avvisare di essere stato liberato.

Quello che probabilmente e’ successo la sera dell’8 Maggio ce lo racconta il Giornalista Paolo Cucchiarelli nel suo libro inchiesta l’Ultima Notte di Aldo Moro…. raccontato anche in questo Video Intervista:

E’ lo stesso Cossiga che durante una intervista, sibillino esclama, “ho conosciuto tutti i Brigatisti che hanno preso parte al rapimento Moro, non ho mai conosciuto chi li ha ucciso, perche’ non e’ un Brigatista, ma so chi e'”.

Facendo nostre le parole di Cucchiarelli anche noi siamo convinti che la I Repubblica cessi proprio il 9 Maggio del 1978 e che poi sopravviva fino al 1992 solo per interessi economici, rapporti di potere, tangenti, scambi di favori, corruzione, ecc… perdendo qualunque spinta innovativa e condannando l’Italia ad un totale immobilismo politico, impedendogli di crescere e di diventare veramente un paese libero e autonomo.

Perche’ la politica che perseguiva Aldo Moro era proprio questa, vedeva l’Italia ferma al 1948, strangolata e immobilizzata dalla divisione del mondo in blocchi che gli impediva di crescere. Semplificando al massimo Moro cercava disperatamente una terza via, un accordo tra parti sociali in quegli anni fortemente antagoniste proprio per permettere di lanciare una nuova stagione politica dove le migliori persone della società’ civile, degli industriali, e i politici DC/Sinistre, smettessero di farsi la guerra ed iniziassero a lavorare assieme per il bene del paese.

Come Moro sapeva bene questo progetto politico era inviso tanto agli americani, quanto ai sovietici, che dopo essersi spartiti il mondo in 2 sfere di influenza tutto volevano meno che un paese come l’Italia fosse in grado di emanciparsi e di affrancarsi dal ruolo di vassallo dei 2 blocchi (con il rischio poi che altri avrebbero potuto seguire il suo esempio). Per questo motivo i maggiori fautori di questo progetto andavano eliminati.

Nel 1973 i Sovietici cercano di uccidere Enrico Berlinguer durante un viaggio in Russia (moriranno l’Autista e l’interprete, lui si salvera’ per miracolo, scappando a piedi per le campagne e rientrando in Italia con un Areo mandato proprio da Aldo Moro a recuperarlo)

Mentre nella notte del 3 Agosto 1974 un attentato e’ pronto per Aldo Moro, allora Ministro degli Esteri,  si trova a bordo del treno Italicus per raggiungere la famiglia in vacanza. All’ultimo momento viene fatto scendere dal treno da 2 funzionari del Ministero ed il treno, proseguendo senza di lui saltera’ in aria in un galleria in Val di Sambro provocando 12 Morti e 48 Feriti.

Il progetto Politico di Aldo Moro andava fermato a tutti i costi, l’Italia doveva continuare a rimanere un paese Vassallo della Nato. Ma soprattutto andava fermato prima che venisse eletto Presidente della Repubblica (il mandato di Giovanni Leone stava x scadere e dentro la DC tutti sapevano che nessuno poteva impedire a Moro di diventare il prossimo Presidente degli Italiani), carica che gli avrebbe permesso di conseguire i suoi obbiettivi con maggiore incisione

E nel 18 Marzo del 1978, proprio il giorno che in Parlamento doveva prendere forma il primo atto del suo progetto, iniziato ben 10 anni prima un Commando delle Brigate Rosse lo rapisce in Via Fani (non c’erano solo loro in Via Fani quel giorno, ma per maggiori informazioni e documentazioni vi suggeriamo di leggere la relazione della Commissione).

Su tutte le bugie, depistaggi, omissioni, omicidi successi nei 55 giorni del rapimento di Aldo Moro vi rimandiamo ai Lavori delle II Commissioni parlamentare di inchiesta realizzata sotto il governo Renzi e con Giuseppe Fioroni nelle vesti di Presidente (ho sempre pensato che avesse avuto quel ruolo per controllare quello che succedeva in realta’). Interessantissimi, per chi non ha voglia di leggere le 274 dei lavori della Commissione sono i Video di Gero Grassi, Deputato in quota PD che si e’ speso molto per divulgarne i risultati.

Dal canto nostro aggiungiamo anche quest’anno un doveroso omaggio alla figura di Aldo Moro, politico fine e intelligente, con una visione del Mondo davvero illuminata, autentico servitore dello stato, che ha dato la vita per portare benessere e sviluppo all’Italia intera e a tutti gli Italiani.

Cosi’ come il nostro disappunto va alle Brigate Rosse che, inconsapevolmente, sono state lo strumento per frenare quel progetto di cambiamento e di sviluppo dell’Italia a cui Moro stava instancabilmente lavorando. E una volta che se ne sono resi conto hanno barattato i loro presunti ideali rivoluzionari per sconti di pena, latitanze dorate, denaro e altro….. raccontando una marea di menzogne per aiutare a celare molti dei segreti della vicenda Moro (loro si che hanno fatto un compromesso storico, tra Brigatisti, Servizi segreti, P2, ecc….). La storia dovra’ ricordare Mario Moretti e la sua organizzazione come una banda di cialtroni avventurieri, risucchiati in un gioco piu’ grande di loro, divenuti poi servi di quello stato (della parte piu’ brutta) che dicevano di voler abbattere.

Cosi’ come il nostro biasimo e’ per Giulio Andreotti, Statista Mediocre, con un ruolo determinante durante il rapimento di Moro, che ha guidato l’Italia dal Maggio 1978 al 1992, in un vortice di interessi e malaffare, rinunciando a qualunque spinta riformatrice e creando, per placare gli appetiti degli uomini di cui si era circondato, quell’enorme debito pubblico che ancora oggi ci impedisce di crescere come paese, relegandoci ai margini dell’Europa.

 

Risultati immagini per aldo moro

                          GRAZIE DI TUTTO PRESIDENTE E SE PUO’ DA LASSU’ CI DIA UNA MANO,                                                   NON VEDE IN CHE SITUAZIONE CI TROVIAMO…

Un Nomade tra i Barili

Posted: 8th maggio 2019 by adminspirito in RUM, VARIE

Salve

Il titolo non lascia certo alito a nessun dubbio, abbiamo appena finito di leggere il libro (Nomade Tra i Barili) che racconta in prima persona il lavoro di Ricerca fatto da Luca Gargano nel mondo del Rum in questi ultimi 40 anni. 

Appena e’ arrivato il libro, lo abbiamo sfogliato velocemente e una certa nota di delusione ci ha subito pervaso, non c’era neanche una fotografia, non ce l’aspettavamo davvero. E’ stato solo in seguito, una volta immersi nella lettura, che ci siamo resi conto non essere affatto un difetto ma bensi’ un pregio. Ci sono tornati alla mente le emozioni dei vecchi Libri di Salgari che leggevamo da bambini, con i racconti di quella India che avremmo poi visitato a piu’ riprese una volta cresciuti. Quando sei immerso nella lettura e l’immaginazione inizia a prendere forma, non c’e’ poi tanta differenza tra le Tigri della Jungla o le vicende di Tremal Naik e le Strade di Georgetow o i Paesaggi di Haiti.

E’ proprio la mancanza di immagini che permette di leggere questo libro tutto d’un fiato perche’ quando l’immaginazione inizia a dipingerti nella testa i luoghi ed i volti raccontati non vorresti piu’ fermarti e ti ritrovi a divorare le pagine una dietro l’altra.

Il racconto di 40 anni di lavoro di Luca Gargano nel mondo del Rum e’ un testo che rispecchia perfettamente il suo stile, un mix di persona semplice e un po’ esibizionista al tempo stesso, generoso, che ama parlare sia di se ma anche delle persone che ha incontrato in tanti anni di attivita’, vantando i successi conseguiti ma senza tralasciare gli insuccessi quando questi si sono presentati. Una bella storia di una persona che seguendo le proprie passioni e intuizioni e’ stato capace di diventare uno dei massimi artefici del rilancio del Rum su chiave mondiale.

Un libro perfetto tanto per i neofiti che si sono da poco affacciati a questo mondo (con cui riusciranno piano piano a conoscere meglio questo poliedrico distillato), tanto per gli appassionati piu’ esperti perche’ buttate la, tra un Chaudace e un Grocue e’ possibile trovare davvero una marea di aneddoti e informazioni utili per conoscere meglio i Caraibi piu’ autentici & il mondo del Rum.

Una Guida di Viaggio anche, per tutte quelle persone che in futuro vorranno provare a visitare alcuni dei luoghi piu’ simbolici & affascinanti per quanto riguarda la storia dello Spirito dei Caraibi.

Se proprio vogliamo trovare un difetto a questa interessante lettura, e’ stato, dopo aver visto scorrere centinaia di nomi e aneddoti,  il non aver trovato cenno del nostro tra i tantissimi che Luca ha raccontato (non che ce lo aspettassimo, ma dopo averne letti cosi’ tanti un pochino ci speravamo), si vede che probabilmente non siamo stati capaci di fare breccia nel suo cuore e di questo, tutto sommato, ce ne rammarichiamo (anche noi non abbiamo problemi a raccontare successi e insuccessi, anzi a onor del vero, siamo piu’ propensi a presentarci agli altri con questi ultimi, piuttosto che i primi, chissa’ poi perche’?!?)

Un libro per gli appassionati di rum ma un libro anche per chi non lo e’ affatto, da leggere la sera, in veranda, sorseggiando un Ti-Punch con sottofondo musicale di Nina Simone….

PS: La nostra copia del libro di McClusker risulta stampata nel 1989 ed e’ in 2 Volumi.

 

Buon 25 Aprile a tutti!!

Posted: 24th aprile 2019 by adminspirito in VARIE

Salve

Possibile che dopo quasi 75 anni ci sia ancora chi e’ contro il 25 Aprile e chi e’ a favore???

Noi siamo delle persone abbastanza concrete e quindi amiamo a guardare i fatti, fregandocene delle ideologie che ci si portano in dote:

 – Il 20ennio che ha preceduto il 25 Aprile ci ha regalato un Italia devastata e in Macerie

 – La generazione (civile, politici, industriale, ecc…) nata dopo il 25 Aprile ci ha regalato la migliore stagione che l’Italia abbia mai conosciuto in era moderna.

Tutto il resto e’ Folklore!!

E poi…. Guelfi, Ghibellini, Repubblicani, Monarchici, Fascisti, Comunisti, Sovranisti, Europeisti, Buonisti, ….. ma quando impareremo che finche’ continuiamo ad avvitarci e a dividerci su queste categorie noi normali cittadini continueremo sempre a prenderlo in quel posto??

 

New Albion & Skeldon

Posted: 23rd aprile 2019 by adminspirito in RUM

Salve

Come diceva il buon Enzo Tortora…..”Dove Eravamo Rimasti….”

Purtroppo le nostre condizioni di salute dopo l’incidente di qualche mese fa sono ben lunghe dall’essere risolte ma a questo punto, anche solo x passare il tempo, tanto valeva dedicarci a quello che sappiamo (o crediamo) fare meglio, degustare & raccontare un buon bicchiere di Rum.

E poi eravamo curiosi di vedere se c’era ancora qualcuno che frequentava queste pagine di tanto in tanto.

In questi mesi di silenzio stampa non sono usciti poi molti Rum in grado di calamitare la nostra morbosa curiosità, ma tra questi i 2 Demerara Albion & Skeldon non potevano non farlo, anche solo per il nome che si portano in dote.

Il Demerara continua ad essere uno dei nostri Rum Preferiti e riteniamo la Distilleria della Guyana Britannica un autentico museo della storia del rum tuttora in attività. Avevamo in programma di andarci in questi mesi ma a quanto pare il destino ha deciso in maniera diversa (o forse ha voluto darci un avvertimento) negli ultimi tempi, eravamo diventati troppo presi da noi stessi ed avevamo perso quel lato sincero & scanzonato del nostro carattere che ci ha sempre identificato. In fondo, per dirla alla Don Juan…. “La presunzione è la nostra più grande nemica. Ciò che ci indebolisce è il sentirci offesi dalle azioni o dalle malefatte dei nostri simili. Essere presuntuosi significa spendere gran parte della propria vita offesi da qualcosa o qualcuno”.

Ma ora torniamo al Rum o meglio ai 2 nuovi Demerara Rum Limited Edition fatti uscire il mese scorso dalla Demerara Distillers Limited. A onor del vero le 2 uscite precedenti (in particolare Enmore e Port Mourant) ci avevano davvero deluso molto quindi questa volta eravamo curiosi di verificare la qualità’ del prodotto (visto anche il prezzo di ogni bottiglia che si attesa attorno ai 250 euro).

Ciancio alle Bande e’ il momento di Degustare e decidiamo di partire da uno dei nostri Demerara preferiti Albion: Risultati immagini per edwige fenech

Gli unici Albion che abbiamo assaggiato in carriera sono quelli selezionati da Luca Gargano negli anni scorsi e tra 83, 86, 89 davvero non saprei quale scegliere come migliore. Adoro quel loro carattere al tempo stesso intrigante, raffinato, complesso ma dolce (nel senso di gradevole), se dovessi paragonarli ad una bella donna sceglierei senza ombra di dubbio Edwige Fenech, musa ispiratrice dei nostri sogni erotici di ragazzino.

Il Colore di questo Albion 2004 e’ abbastanza in linea con lo tipologia della distilleria che noi abbiamo sempre battezzato “Rosso/Ramato Demerara”. Al Naso e’ gradevole ed in certi momenti si riconosce lo Stile Albion, molto equilibrato, non potente, ma tutto sommato abbastanza ricco. Da prima Banana, Zucchero Caramellato, Menta Nana, Burro di cacao e poi Vernice, Solvente. In un primo momento sembra che con il tempo il Bouquet tende a scomparire invece piano piano emergono nuovi aromi. In Bocca e’ altrettanto gradevole, note fruttate ed erbacee ti riempono il palato, caramella mou, cioccolato bianco, spezie piccanti. Sul Finale ti asciuga un po’ troppo il palato, non ci sono abbastanza note grasse che tendono a compensare il lato tannico/speziato. Inoltre l’evoluzione nel bicchiere e’ alquanto modesta e questo toglie parte del divertimento. Che Dire?? Il Rum tutto sommato e’ gradevole, non un mostro di potenza & gusto, ma almeno questa volta non presenta evidenti difetti. Sicuramente come prima impressione migliore al naso ma con il tempo questa tende a scemare mentre invece sorso dopo sorso (e dopo sorso) al palato migliora leggermente. Tutto sommato si lascia degustare bene ma chiunque abbia avuto il privilegio di assaggiare i vecchi Albion Anni80 non puo’ che rimanere un po’ deluso.

E terminiamo con un nome che e’ diventato uno dei Rum piu’ ricercati (e pagati) dai Rum Runners di mezzo mondo, Skeldon. 

Anche qui gli unici Skeldon che ci sia mai capitato di assaggiare in carriera sono i 2 Imbottigliamenti targati Velier. Non li ho mai trovati degli autentici capolavori per via del loro eccessivo invecchiamento che li rendevano piu’ dei Rum da taglio che da imbottigliamento, facendoli diventare una specie di “Rum Concentrato”, ma sulla rarita’ dell’esperienza degustativa non ci sono dubbi. Potenti, Complessi (di una complessità’ tale che ci vogliono almeno 2/3 ore perche’ tutto possa emergere dal bicchiere), Asciutti e Tannici, se li dovessi paragonare ad una Bella Donna in questo caso sceglierei….Brigitte Nielsen (Morbida come un Cactus).

Il Colore di questo Skeldon 2000 e’ ancora di piu’ Rosso Demerara del precedente. Al Naso si sente una bella nota fruttata di Ciliege Rosse e Fragole mature a cui fanno seguito le solite note di Vernice e Solvente. Cuoio, Spezie Piccanti & Dolci si fondono assieme, Noce Moscata, Vaniglia e Cannella. Davvero un gran bel Bouquet, complesso, equilibrato, intenso e gradevole, nessun difetto viene a disturbare, mamma mia che naso. In Bocca ha un una piccola inversione rispetto al bouquet e facciamo fatica a ritrovare molti dei sapori “sniffati” dal bicchiere (peccato). Le Spezie piccanti e le note di solvente sono ben presenti ma tutte le altre fanno maggiore fatica ad emergere. Il Finale e’ ancora piu’ povero della Bocca, solo note speziate rimangono ben presenti, molto meglio l’evoluzione dell’Albion. Che Dire?!? Se fosse solo per il Bouquet questo sarebbe davvero un grande Rum ma purtroppo il palato non si dimostra all’altezza del naso (ancora peccato maneggia). Rimane il piacere di riuscire ad intuire le grandi potenzialita’ dello Skeldon (fantastica quella intensa nota di Frutti Rossi).

PS: Aggiunta dopo 24 ore…. Minkia…. dopo una intera giornata nel bicchiere (coperto) questo Skeldon continua a marcare un bouquet da paura, davvero un peccato, se il sapore fosse stato all’altezza poteva essere un capolovaro.

Purtroppo dopo questo Terzo rilascio targato DDL non siamo rimasti proprio folgorati, sicuramente migliore dei precedenti ma i nomi sontuosi che si portano in dote si sarebbero meritato un prodotto di livello superiore (il Bouquel dello Skeldon lo sarebbe ma purtroppo il palato non e’ stato in grado di mantenere le aspettative suscitate). Non riusciamo davvero a comprendere come, malgrado la grandissima quantita’ di barili presenti nei loro magazzini non riescano a sfornare dei prodotti migliori, forse sarebbe meglio creare edizioni limitate di piu’ piccole (magari Single Cask) puntando davvero tutto sulle botti davvero eccezionali. Inoltre i prezzi richiesti per le bottiglie sono davvero eccessivi secondo noi. Se la DDL cercava con queste 2 uscite di recuperare terreno rispetto ai rilasci precedenti (alcuni davvero pessimi) sinceramente ci sembra che abbia fatto il lavoro solo a meta’.

Almeno possiamo dire che le cose vanno meglio di rilascio in rilascio….. Vedremo alla prox uscita….