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Oggi andiamo a visitare una delle tante distillerie che chiuse i battenti dopo la crisi degli Anni 80 che però si è saputa re-inventare un nuovo lavoro, la Distilleria Dallas Dhu nella zona dello Speyside.

Dallas Dhu è stata l’ultima distilleria ad essere stata costruita nel 19° secolo, infatti la sua data di inaugurazione la colocca nel 1899. Vecchia di anni ma al tempo stesso già (allora) moderna in quanto fu la seconda distilleria di Scozia a utilizzare il famoso “Tetto a Pagoda” (la prima fu la Dailuaine), ritenuto un ottimo sistema per la ventilazione dei fumi che dal Camino/Forno riscaldavano il pavimento di maltazione (Malting Flor). Negli anni successivi molte altre Distillerie avrebbero adoperato la medesima soluzione tanto da far diventare quei camini/tetti a pagoda una caratteristica architettonica delle distillerie tradizionali di Scozia (e non solo). Ubicata o Ovest dello Speyside vicino alla cittadina di Forres, si trovava in un ottima posizione in quanto quella era una delle zone dove si produceva l’ Orzo per la Distillazione, poco vicino si potevano trovare delle grandi torbiere e c’era in costruzione un nodo/scalo ferroviario (importantissimo un tempo, sia per trasportare le materie prime che per spedire il whisky). Come tutte le Distillerie anche la Dallas Dhu attraversò momenti di frenetica attività alternata a chiusure repentine ed un incendio distrusse completamente la sala degli alambicchi nel 1939. Distilleria molto tradizionale in quanto fino agli anni 50 non c’era neanche l’elettricità che veniva prodotta da una ruota idraulica e gli alambicchi furono riscaldati a carbone fino agli Anni 70. Il suo problema principale era proprio l’acqua che non presente in grandi quantità (seppur di ottima qualità) non ha permesso uno sviluppo o un ampliamento della Distilleria durante gli Anni del Boum del whisky (60/70). DD siding

Durante la sua attività non imbottigliò mai il proprio whisky e tutta la produzione veniva riservata all’industria del blending, infatti le etichette più famose in cui confluiva il Dallas Dhu erano il Benmore e il Roderick Dhu (il Benmore veniva prodotto dall’azienda che era proprietaria di altre 2 Distillerie chiuse da tempo la Lochindaal su Islay e la Lochhead a Campbeltown, quindi è probabile che contenesse anche percentuali di questi altri malti). I libri dell’epoca ci raccontano che quando è stata in attività il suo whisky era molto richiesto, seppur non avesse la fama di essere uno dei migliori di tutta la Scozia. Sicuramente il suo difetto principale (la mancanza d’acqua) gli ha permesso di attraversare tutto il secolo senza subire particolari ammodernamenti in quanto nessuno aveva intenzione di investire su una distilleria che non era in grado di aumentare la capacità produttiva. I nuovi strumenti del dopoguerra hanno permesso a molte distillerie di aumentare in maniera considerevole la produzione ma a Dallas Dhu non furono applicati in quanto la scarsità d’acqua avrebbe impedito comunque di produrre più whisky. Questo per certi versi è stata la sua fortuna perchè ha permesso alla Dallas Dhu, una delle Distillerie Tradizionali di Stampo Vittoriano, di conservarsi immutata fino ai giorni nostri. La Distilleria fu chiusa nel 1983 proprio perchè il suo proprietario, la Diageo, decise che non aveva senso tenere in piedi una distilleria che non poteva essere ammodernata e portata ad aumentare la produzione. Nel 1992 fu restituita anche la Licenza per Distillare quindi è ormai improbabile che possa riaprire.

DD Barley LoftMa agli occhi di attenti osservatori quella che era una distilleria non più utilizzabile si è saputa trasformare in un “Museo dell’ Arte della Distillazione del Whisky”. La Historic Scotland andava cercando una vecchia Distilleria Tradizionale dell’ epoca Vittoriana da trasformare in un emblema dell’ Arte della Distillazione del Whisky quando si trovarono a visitare la Dallas Dhu. Li come per magia tutto era rimasto praticamente immutato ed anche i macchinari e l’attrezzatura erano molto datati. Poi c’ era il gusto del suo whisky che anche se non era considerato uno dei migliori era però perfettamente rappresentativo dello stile degli anni passati con quei malti intensi, di gran corpo e fortemente aromatici.

DD stillsDa allora la Dallas Dhu sotto la supervisione di Historic Scotland è diventata una Distilleria/Museo dove tutti gli appassionati (o anche i semplici curiosi) possono visitarla e partecipare ad un Tour Guidato (in Inglese, Francese, Spagnolo, Italiano, Giapponese) in cui si ripercorrono tutte le tappe della distillazione tradizionale, partendo dai magazzini dove veniva stoccato l’orzo, passando per il mulino, le fermentazioni, distillazioni ed invecchiamento nei magazzini. Durante la visità è possibile visionare un video che racconta di come funzionava il mondo del whisky nel secolo passato. Sicuramente la parte più interessante rispetto alla visita di una normale distilleria in attività è quella di poter visionare con maggiore attenzione gli alambicchi (ci potete anche entrare dentro). Osservandoli proprio dall’interno è possibile vedere le serpentine del riscaldamento a vapore (installate nel 1970) che sono andate a sostituire i riscaldamenti a carbone. Alla fine del Tour ad ogni partecipante verrà servito un bicchiere del Dallas Dhu prelevato direttamente dalle ultime botti rimaste delle distillazioni dei primi anni 80 (quindi un malto che ha più di 30 anni). Tutte le persone che hanno partecipato alla visita della Dallas Dhu sono rimasti molto colpiti in quanto tutte le attrezzature sono originali (non ricostruite per lo scopo) e sembra che la distilleria possa rientrare in funzione da un momento all’altro.

Ovviamente tra la chiusura della Distilleria, tra il fatto che è diventata un museo il suo whisky (che non viene più prodotto dal 1983) sta assumendo dei costi sempre più elevati in quanto in giro se ne trova sempre meno ed è molto richiesto dai collezionisti. Noi abbiamo le ultime bottiglie di un Dallas Dhu imbottigliato da Duncan Taylor per la serie “Rarest of the Rare” (raro tra i rari) di 24 anni del 1982 (Cask Strength). Fa parte di un lotto di botti che DT ha fatto uscire in svariate versioni/invecchiamenti riscuotendo molto successo tra gli appassionati. Ieri sera lo abbiamo assaggiato : 22209

Il Colore è un oro classico (invecchiato in un HogSead) mentre quando avvicini il calice al Naso è come uno schiaffo tanto è forte l’intensità degli aromi. Da prima un miscuglio di frutta gialla, poi delle note speziate e dopo qualche minuto uno spruzzo di fumo. L’intensità è veramente forte quindi è il momento di assaggiarlo. In Bocca si presenta con un attacco deciso ma un pò troppo “confuso” con sapori fruttati che si mischiano tra di loro senza un particolare senso. Su tutto emergono i sapori di spezie piccanti che si mischiano ad un pò di tannino (ma i Pepi hanno il sopravvento). Il sapore tutto sommato è dolce ma nel finale rimane sempre questo intenso sapore speziato piccante. Che Dire ?? All’inizio ci sembrava di degustatare un malto schakerato in quanto i sapori erano mischiati in una maniera un pò troppo intrigata per essere sbrogliati in pochi minuti, poi dopo aver lasciato il bicchiere un oretta solo soletto (e dopo un goccio d’acqua) le cose hanno iniziato ad andare meglio. Il whisky rimane tutto sommato morbido con la dolcezza del malto decisamente presente, di gran corpo, oleoso (notevoli le tracce sul bicchiere) e con una speziatura intensa (troppo intensa), la cosa più bella rimane il piacevole contrasto tra la dolcezza del malto e l’accenno di fumo. E’ sicuramente un whisky che rispecchia alla perfezzione lo stile dei malti del passato (Forti, Intensi, Saporiti) peccato soltanto che non abbia raggiunto l’equilibro ideale. Badate bene non stiamo dicendo che sia cattivo, tutt’altro, solo che in alcune parti è un pò squilibrato (le note piccanti) e di conseguenza la degustazione non scorre via beata e fluida come ci piacerebbe. Peccato !!

Ormai in giro di bottiglie di Dallas Dhu se ne trovano sempre meno e quando si trovano il conto da pagare è sempre molto salato. Se qualcuno fosse interessato a provare questa edizione può richiedere la bottiglia aperta con il sistema della “Degustazione Preventiva” per la cifra di 100 euro, oppure la bottiglia normale per la cifra di 175 euro.