Quando ci Vuole ci Vuole !!

Posted: 17th dicembre 2013 by adminspirito in VARIE
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Salve

Noi non ci occupiamo quasi mai di Vini, non perchè non ne abbiamo o non ne beviamo, ma molto semplicemente perchè è un Mondo troppo Affollato (di quelli che ne parlano) & Complesso quindi abbiamo preferito dedicari alle Acqueviti di tutto il mondo.

Però oggi vogliamo riproporre questo simpatico pezzo a Firma di Fabio Pracchio per Slowine (questo è il Link dell’ Articolo) perchè è veramente molto molto simpatico:

 

PresidioSensazionale, secondo voci di corridoio, che poi sarebbe via Mendicità Istruita, pare che il prossimo Presidio Slow Food saranno le guide dei vini; ebbene sì una decisione clamorosa che ha fatto scattare immediatamente l’intervista a Francesca Baldereschi, responsabile del progetto Presìdi italiani, per scoprire le cause di questa decisione epocale.

 

Domanda: Francesca, una decisione inaudita, quali le motivazioni? 

Risposta: Lo sai Fabio, voi non mettete insieme il pranzo con la cena, e, ultimamente, alcuni comportamenti deviati dei curatori e dei massimi esponenti delle più importanti guide italiane di settore, ci hanno convinto che dovevamo intervenire con il nostro progetto di tutela. 

D: Quali comportamenti, se posso chiedere? 

R: In modo riservato posso dire che nostri informatori erano con Gianni Fabrizio mentre rifiutava di assaggiare un Rosato salentino del 1968, altri hanno visto Antonio Boco e Paolo De Cristofaro arrivare separati a una degustazione. Ma c’è di più, intercettazioni hanno colto Giampaolo Gravina sbagliare un congiuntivo e la nostra intelligence, travestita da enormi carapaci, ha ripreso Ernesto Gentili cancellare un PISA MERDA che giganteggiava sui muri dell’Ardenza… 

D: Oh Cristo… 

R: Aspetta, il peggio è successo nella capitale dell’enogastronomia mondiale…. 

D: New York?

 R: No.

 D: Londra?

 R: No.

 D: Parigi?

 R: No

 D: Tokyo?

 R: No. Bra.

 D: Ah

 R: L’altro giorno stavamo decidendo sui nuovi Presìdi, tra cui appunto le guide, quando un urlo agghiacciante si è abbattuto, con il fragore del tuono, su tutti gli uffici di Slow Food. Esso proveniva dal vostro ufficio…. 

D: No…. Giancarlo… 

R: Si… oddio… lui ha… bestemmiato…. (gli occhi di Francesca si abbassano in profonda prostrazione)

 D: No, non può essere… 

R: Sì, era lui; tu e Giavedoni, al solito non c’eravate, Jonathan lo escluderei visto che la pronuncia dell’irripetibile urlo era piemontese,  Giancarlo, era lui… ho avuto subito la conferma dalle ragazze dell’ufficio stampa che hanno tacitato la notizia, naturalmente. Non era mai successo in 37 anni di militanza… appena il nostro ufficio ha realizzato quello che era successo, le guide sono diventate un nostro Presidio; non potevamo perdere un ulteriore secondo, capisci?

Francesca aveva ragione era stato Giancarlo, ma si sbagliava sulla motivazione. Stranamente ero in ufficio. Giancarlo ha acceso lo schermo e ha controllato il web. Il post numero cento di Ziliani sul caso Bressan, lo ha fatto andare fuori di testa; in quell’istante ha tolto il moccolo al cielo. Un grido primordiale di liberazione. Il primo vagito del mondo. Si è ricomposto quasi subito e non ricorda atti blasfemi, per fortuna. 

D: Ma dimmi avete indagato le cause di questa perdita di popolarità?

 R: È un argomento delicato e siamo agli inizi della ricerca. La prima causa, crediamo, sia il popolo dei blogger ovvero l’avanguardia della comunicazione del vino.

 D: I blogger, già. Che tipo di comunicazione adottano così in anticipo sui tempi?

 R: Sono persone in perenne connessione. La loro attività principale è quella di prendere notizie sul vino già in rete e poi postarle di nuovo, fino allo sfinimento. Altri vanno a cena e fotografano le bottiglie da tutte le angolazioni mentre la minestra si fredda. Per loro le guide sono ormai inutili.

 D: Ah.

 R: Poi ci sono quelli che le guide le hanno inventate e ora le ritengono un covo di corruzione e decadimento morale. Stanno fondando un partito, il cui rimborso elettorale servirà a far tornare Cicciolina vergine. Daranno sicuramente del filo da torcere.

 D: Poi? Chi altro?

 R: Mi spiace dirlo, ma ci sono i consulenti enologi. In realtà pensavamo di presidiare anche loro. Sicuro stavano meglio prima, negli splendidi anni Novanta. Una consulenza qui, una là, mica queste minchiate del terroir, dell’osservazione della terra, poi se erano fortunati ci cascava pure l’Alfetta.

 D: Finito?

 R: No, purtroppo. Anche i produttori….

 D: No, loro no…

 R: Ma sì, anche loro… figurati prima  fare il vino buono era un gioco; aggiungi tannino, gomma arabica, prendi uva da sotto o da sopra.  Molto semplice, bastava infilarsi la giacca con le toppe ai gomiti e via alla fiera. Ora tocca pure tornare in campagna e mettersi a far finta di potare o conoscere il favino… no, non ne possono più davvero.

 Siamo circondati, ne ho abbastanza. Per fortuna ora siamo Presidio Slow Food. Non resta che contarci e, tutti insieme, trovare un luogo dove è possibile degustare e scrivere, degustare e scrivere, degustare e scrivere, verrete a trovarci vero?