La Distilleria “Torbata” dello Speyside

Posted: 27th luglio 2013 by adminspirito in WHISKY
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Salve

Caldo o non caldo abbiamo deciso di procedere con le degustazione di questi vecchi malti scovati nelle cantine della Sarzi Amadè di Milano, al limite ci ritroviamo a mettere il bicchiere in freezer per un pò, così quando ci versiamo il whisky questo rimane fresco e gradevole (molto più pratico & economico di certe “pietre refrigeranti” che ho visto vendere ultimamente). Proseguendo il nostro viaggio tra le distillerie “meno battute” nel mercato italiano, ma non per questo meno buone, oggi è il turno della Distilleria Ardmore, l’unica dello Speyside (Rimasta ??) che ancora oggi produce dei malti intensamente torbati. a3

Nella storia del whisky in verità esistono dei documenti che dimostrano che nella prima metà dell’800 esisteva una distilleria di nome Ardmore ubicata sull’isola di Islay che fu chiusa ed incorporata alla Lagavulin nel 1837. La nostra Ardmore invece, costruita nel cuore dello Speyside fu inaugurata nel 1898, proprio all’inizio di un nuovo boum del whisky e qualcuno sostiene (ma senza prove o documenti) che fu proprio in onore della vecchia distilleria di Islay che si produceva un whisky intensamente torbato. Sempre i documenti dell’epoca ci raccontano che un tempo non era infrequente trovare delle distillerie nella zona dello Speyside che utilizzassero la torba per affumicare il proprio malto, del resto era sempre molto più economico del carbone, ma oggi questa pratica è del tutto quasi scomparsa. La differenza che possiamo registrare tra la torba ricavata nell’interno, rispetto a quella marina o delle isole è la presenza delle Jodio e dell’influenza del mare, contro invece un tipo di torba più delicata e più floreale (creata negli anni con la decomposizione delle foglie e dei fiori/piante della brughiera). Non possiamo sapere per quale motivo alla Ardmore abbiano scelto di utilizzare delle quantità di torba così rilevanti per la zona di appartenenza, fatto sta che fino ad oggi non hanno mai più abbandonato questa pratica. Probabilmente la scelta di continuare a produrre un malto intensamente torbato può anche essere stata dettata dal fatto che quasi tutto il whisky prodotto alla Ardmore finisce nella miscela per la realizzazione di un Blended molto famoso e molto richiesto dagli appassionati, il Blended Teacher’s, apprezzato proprio per quel suo carattere un pò fumoso ma fruttato (secondo noi è tutt’ora un ottimo Blended tra quelli in circolazione, dal costo di circa 15 euro a bottiglia).

LA DISTILLERIA ARDMORE

LA DISTILLERIA ARDMORE

Gli imbottigliamenti ufficiali di Ardmore sono veramente pochi e sono in commercio solo da alcuni anni, ad eccezione di qualche rara edizione limitata. E’ dall’inizio degli anni 2000 che i proprietari della Distilleria si devono essere accorti delle ottime potenzialità di questo singlemalt, ricco di storia e fascino, tantè che dal 2007  sono stati lanciati sul mercato i nuovi imbottigliamenti ufficiali, un Ardmore No-Age (Traditional Cask, con un doppio invecchiamento : il primo in normali botti ex-barboun il secondo nei Quarter Cask, le botti tradizionali più piccole utilizzate 200 anni fa, inoltre non è filtrato a freddo) ed altri 2 di  25 anni e di 30 anni di invecchiamento. E’ stato messo on-line anche un sito Web della Distilleria dove potrete trovare informazioni aggiuntive ed esausitive : Ardmore Distillery (ci potete trovare anche un Blog, anche se non è aggiornato di frequente). Molti belli sono anche i video caricati sul sito che raccontano la storia e le modalità di produzione di questo whisky alquanto particolare. 

L’ Ardmore era molto richiesto dai Blender, proprio perchè sapeva unire un carattere torbato/fumoso a quello maltato/fruttato dello Speyside e quindi tutta la sua produzione finiva in miscele più o meno famose. E’ proprio grazie al successo continuo del Blended Teacher’s che la distilleria è sopravvissuta e si è ampliata sempre di più negli anni. Il suo Singlemalt è però uscito spesso grazie al lavoro degli imbottigliatori indipendenti e malgrado qui da noi in Italia sia sempre stato poco ricercato (a torto) all’estero gode di grande stima e rispetto per un whisky dalla forte personalità e di ottima qualità. Lo dimostra anche il fatto che Ardmore è una di quelle distillerie che ha sempre lavorato, anche nei periodi di crisi del whisky e in tutto il 900 ha subito numerosi ampliamenti per permettere un aumento di produzione, fino ad arrivare ad oggi che è uno degli impianti più produttivi di tutta la Scozia. Inoltre alla Ardmore hanno sempre avuto un gran rispetto per la tradizione tantè che fino al 2002 gli alambicchi erano ancora riscaldati a carbone e non si è mai privata del lavoro di artigiani bottai che costruiscono le botti per l’invecchiamento del whisky in un edificio accanto alla distilleria. Anche il pavimento di maltazione è stato dismesso negli anni 70 proprio per permettere un ennessimo ampliamento della distilleria, ma seppur proveniente dalle malterie centralizzate hanno continuato a richiedere un particolare tipo di orzo, esclusivamente di produzione locale, secondo la loro tradizionale ricetta. Anche la torba è di provenienza locale e viene prelevata da una vecchia palude a New Pitsligo nell’ Aberdeenshire. L’acqua per il processo di produzione proviene da più sorgenti sul Knokhandy Hill che arrivano fino a 1500 mt di altitudine. L’orzo viene macinato con un antico mulino degli Anni 30 e per tutelare il profilo aromatico del proprio whisky hanno preferito mantenere i tradizionali tini di fermentazione in legno, invece che sostituirli (come hanno fatto molte altre distillerie) con quelli in acciaio, più facili da pulire ma meno “remunerativi” per il bouquet del distillato. Le fermentazioni avvengono nei tini di legno con i lieviti della distilleria e durano intorno alle 55/60 ore (contro le classiche 48 di quasi tutte le altre distillerie).  Abbiamo raccontato spesso che in un periodo come questo, dove il mondo del whisky è soggetto ad una forte omologazione, le differenze qualitative si giocano tutte sull’ Orzo, sulle fermentazioni e sulle botti per l’invecchiamento, quindi……. .

IL BLENDED TEACHER'S

IL BLENDED TEACHER’S

Il SingleMalt Ardmore in commercio dal 2007 è calcolato con una percentuale di torba (fenoli) in 12/14 parti per milione, anche se le etichette degli imbottigliatori indipendenti, spesso provenienti da un unica botte, possono avere percentuali molto maggiori. Inoltre alla Ardmore da qualche tempo producono anche un malto completamente privo di torba (unpetadet). Dopo averne raccontato le caratterstiche principali e la storia è giunto il momento di procedere all’assaggio del suo SingleMalt con una delle bottiglie che abbiamo trovato nei magazzini della Sarzi Amadè. La bottiglia in questione è uscita sotto l’etichetta Old Malt Cask degli imbottigliatori indipendenti Douglas Laing, è stata distillata nel 1979, imbottigliata nel 2001 all’età di 21yo e lasciata alla gradazione di 50% come tutta la serie della OMC.

Tiriamo fuori il bicchiere dal freezer, ci versiamo un goccio di Ardmore e aspettiamo un pò di tempo. Il colore è giallo paglierino, come certi vini bianchi del nord che non hanno fatto molta barrique, dimostrazione che è stato invechiato in una botte ex-barboun. Lo portiamo al naso e pur aspettandoci da subito un impronta fumosa per primi emergono degli aromi fruttati (Banana & Melone) e maltati (miele di Acacia). Una piccola rotazione del bicchiere ed ecco arrivare, decisa, anche la componente fumosa, che per certi versi ricorda quasi un Islay Whisky di media intensità. E’ un malto che evolve e cambia di continuo nel bicchiere, ogni volta si presenta con una faccia diversa, segno di grande complessità. In bocca entra che è un piacere, da subito morbido, fruttato, gradevole, con quel sapore di malto che immediatamente si trasforma in torba delle Highlands. E’ un whisky intensamente morbido e cremoso non a caso il Blended Teacher’s, realizzato esclusivamente con Ardmore è denominato “Highland Cream Whisky”. Piacevole il finale che ti riempe il palato e ti lascia quella sensazione in bocca lunga a scomparire.

Che dire !?! Veramente molto buono da bere, uno di quei whisky fruttati che “adeguatamente rifrescato” rende piacevole anche una calda & afosa serata estiva. Non ne abbiamo assaggiati tantissimi di Ardmore con cui fare paragoni ma questo è un whisky B-U-O-N-I-S-S-I-M-O. Intensamente complesso, riesce ad unire alla perfezione il carattere più fumoso/torbato con quello maltato/fruttato, il tutto in un bouquet e/o sapore di grande equilibrio. Abbiamo poi fatto una ricerca in rete ed abbiamo scoperto che molti dei componenti dei MaltManiacs hanno eletto questo imbottigliamento come loro Ardmore preferito arrivando ad assegnarli un punteggio di ben 90 punti.

GLI ALAMBICCHI della DISTILLERIA ARDMORE

I GRANDI ALAMBICCHI della DISTILLERIA ARDMORE

Vedete quanto può essere divertente andare alla scoperta dei vecchi whisky che in Italia non hanno saputo trovare mercato se non nella piccola cerchia dei “pasdaran del malto”. In un periodo come questo poi, dove i buoni whisky (ed anche quelli meno buoni) hanno raggiunto dei prezzi che sfiorano l’assurdo può essere molto utile attingere dalle vecchie riserve quando capita la fortuna di incontrarle. Proprio ieri ci è arrivato la richiesta di prenotare la imminente uscita del nuovo HiglandPark Riserva 15yo (fatto con le migliori botti della distilleria) ad un prezzo che per noi enoteche si aggira sui 140 euro. Anche se ne prenderemo 1 bottiglia x noi (e non è detto) come è possibile prenderne altre per rivenderle sugli scaffali ?? E poi già sappiamo che il 90% di queste bottiglie verranno acquistate come investimento per etichette da collezione. Ormai il mondo del whisky è superinflazionato, con i prezzi in continuo aumento per via dei mercati emergenti (Cina & Russia in testa) che ne chiedono sempre di più, tralasciando che il livello qualitativo, soprattutto di certi marchi molto in voga, viaggia in piena controdenza con il grafico dei prezzi degli stessi (tradotto : i prezzi salgono, la qualità scende). Per questo a noi piace andare “a caccia” nei magazzini dei vecchi importatori delle rimanze che giacciono invendute, difficilmente ci troveremo marchi blasonati & richiesti (come Ardbeg, Macallan, Brora, Lagavulin, Bowmore, ecc..) ma sicuramente ci troveremo bottiglie di ottima qualità a dei prezzi che confrontati con quelli attuali arrivano anche sotto la metà. Perchè le distillerie meno famose (per il grande pubblico) non sempre hanno avuto il bisogno di modificare i loro impianti e/o modelli produttivi e oggi si ritrovano, meglio di altre, a seguire ancora molte delle regole della tradizione. E poi, come dicevamo ieri, i whisky distillati nel periodo under Anni 90 (dal 1985/88 in giù) godono ancora di un fattore qualitativo (l’ Orzo, le Botti, il Tempo, ecc..) che oggi è sempre più difficile ritrovare purtroppo.

Bene, con questo vecchio Ardmore prosegue il nostro viaggio nelle distillerie meno blasonate ma che ancora oggi producono ottimi whisky. Nelle prossime settimane ne tratteremo altri.

Sales Kit-bhed bakri

  1. davide ha detto:

    Anche a me piace molto…pure il base che costa pochi dobloni è interessante
    Nello Speyside BenRiach e Knochdhu (ancnoc) fanno di sicuro ufficialmente batch di distillazione torbata. Altri gruppi che non hanno tobati in protafoglio (es Grant) pare fanno peated da buttare nei blended di tanto in tanto

  2. pino perrone ha detto:

    Anch’io ardo per l’Ardmore (che personalmente inserisco tra gli Highlands orientali). Ricordiamoci sempre che parliamo di media torbatura (12-14 ppm) all’incirca quella che ci potremmo aspettare da un Kilkerran o da uno Springbank, mentre BenRiach arriva fino a 53ppm. La grandezza di questo distillato non è sfuggita alla Maison du Whisky, se vi capita assaggiate la loro prima uscita come indipendenti un 17 anni del 1990 a grado pieno di 59,1%, la famosa Cask 30103 uscita nel 2008 grazie all’intervento di Signatory. Qualche cliente non ha poi più voluto comprare altro.

  3. davide ha detto:

    Scrivo senza rileggere e sbaglio i congiuntivi. Ma che roba.
    Tecnicamente è in highland, anche se vicino di casa dello speyside.
    Credo che ci piaccia perché conserva molto del whisky tradizionale (anche se quello che berremo tra poco è già distillato senza fuoco diretto…), con un po’ di torbatura come era d’uso tanti anni fa. A trovarne una botte sarebbe da farne un imbottigliamento…Pino ce la facciamo?

  4. pino perrone ha detto:

    Ci si può provare. Vediamo che succede a Parigi. Come dicevo sono dei grandi fan dell’Ardmore (ne è uscito anche un altro imbottigliato per loro da Gordon MacPhail un 15 anni del 1994 a 45%) gli si potrebbe chiedere. Considera inoltre che il riscaldamento a fuoco diretto Ardmore l’ha smesso ad Aprile 2001. Basterebbe cercare qualcosa degli anni 90.