Si fa presto a dire DIAGEO

Posted: 26th marzo 2011 by adminspirito in VARIE

Salve

L’altra sera abbiamo avuto la prima delle 5 serate della rassegna “Incontri con l’Autore”, dove per questa occasione l’autore era Franco Gasparri, responsabile Italia della Diageo. La Diageo per il mondo degli spirits e del whisky in particolare è una vera e propria multinazionale; oltre ad aver acquistato recentemente il brand del rum Zacapa possiede all’incirca più di un terzo delle distillerie di single malt in Scozia. Tutto questo ovviamente porta a far “storcere il naso” agli appassionati “duri e puri” convinti come non mai che solo lo slogan “piccolo è bello” possa essere applicato a questa particolare tipologia di prodotti.

Sicuramente avere tante distillerie di whisky che finiscono per essere rifornite quasi tutte dalle solite malterie centralizzate, ad una disamina un po’ superficiale, può portare a superficiali conclusioni. Ma in fondo, diciamola tutta, chi degli attuali appassionati di single malt di Scozia non ha cominciato la propria carriera di “bevitore di malto” con almeno uno (o più) dei Classic Malt? (CaolIla, Lagavulin, Cragganmore, Oban, ecc…). Chi non ha sognato di bersi quanto prima una delle ormai mitiche bottiglie di Port Ellen o Brora ?? Per non parlare di tutte le selezioni speciali che di tanto in tanto vengono messe sul mercato. In un momento in cui sembra che tutti i malti comincino ad assomigliarsi tra di loro e che sia sempre più difficile ritrovare il gusto del whisky degli anni passati, soprattutto quei torbati ricchi anche degli aromi di frutta e spezie, di rara complessità, come dimenticare il Lagavulin 21 anni uscito in edizione limitata soltanto pochi anni fa nel 2007??.

Per farla breve voglio usare una frase, detta da una coppia di amici ed appassionati frequentatori delle nostre iniziative, qualche giorno dopo la serata con Franco Gasparri : “sai mi aspettavo una persona più inquadrata e ufficiale, un po menager/burocrate, invece, con piacere, abbiamo trovato una persona semplice, ricca di passione, amante del suo lavoro e con un ottima comunicabilità”.  Tutto questo detto a giudizio del rappresentante di una multinazionale può sembrare un po’ strano! Delle volte ci dimentichiamo di guardare le cose non solo con il nostro metro di paragone, tipico italiano, e facciamo fatica a mettere a fuoco realtà diverse dalla nostra. E sicuramente la passione e l’amore del whisky per gli scozzesi sfugge spesso alla nostra comprensione.

La conclusione ? Presto detto:

Anche un’azienda come la DIAGEO, definita banalmente multinazionale, riesce a lavorare sul piano qualitativo come solo le piccole aziende artigianali e tradizionali sanno fare, regalandoci di tanto in tanto dei prodotti veramente eccezionali. Può darsi che negli anni 80/90 la loro politica aziendale si fosse un po’ appiattita sul mercato dei prodotti più banali e di facile commerciabilità, portando quasi tutto a 40% e usando in maniera troppo disinvolta il sistema della “filtratura a freddo”pur di accontentare il mercato americano, ma il mondo del whisky nei secoli è fatto di questi ricorsi e ricorsi, ed ora anche loro hanno ripreso a “sfornare” dei gran bei single malt. Sembra quasi che quella nicchia di mercato, per ora riempita solo dal lavoro degli imbottigliatori indipendenti con i loro single cask, not chil filtred, cask strenght, ecc.., gli interessi sempre più e che voglia, piano piano, recuperare il terreno perduto. Per noi consumatori appassionati questo non può che farci piacere, cercando però di salvaguardare anche il lavoro di quei “indipendent bottler” che con tanta passione hanno creato delle belle realtà e ci hanno permesso di conoscere meglio questo fantastico mondo, fatto di storia, tradizione e bellezza.

Cosa ci siamo bevuto alfine ??

Non ho voglia di fare l’elenco puntiglioso con tutte le note aromatiche, gustative, ecc.. mi limiterò a prendere in esame due prodotti, tanto diversi tra loro quanto simili nel traguardo qualitativo ricercato e trovato.

La piccole distilleria di Cragganmore, nel cuore dello Speysade, con la sua coppia di piccoli alambicchi produce del malti veramente notevoli. Già parla da solo il loro prodotto di punta il Cragganmore 12 anni, splendido esempio di questa categoria e degno rappresentante della zona dello Spey. L’altra sera invece abbiamo aperto una bottiglia di 21 anni, edizione limitata a gradazione piena, da pochi mesi sul mercato. La distilleria produce regolarmente il 12 anni, il resto della produzione va per il mercato del blended e di tanto in tanto in qualche (sempre molto attesa) edizione limitata. Torniamo al nostro 21 anni, e apprezziamo la sua complessità, il suo bouquet fruttato, il suo aroma tipico di pera, vero marchio di fabbrica della regione, misto alle spezie dell’invecchiamento. Particolarità registrata è il momento in cui è stato aggiunto un goccio d’acqua, facendo uscire gli aromi più nascosti come una leggera torbatura ed un po’ di salsedine che hai più ha lasciato un po’ perplessi. Ma resta sicuramente un malto raro e da provare per gli affezionati di questa categoria.

Mentre per quanto riguarda uno dei campioni dell’isoletta di Islay, tipico esempio di malto veramente torbato, abbiamo aperto una bottiglia di Lagavulin 12 anni in edizione limitata a gradazione piena, uscita 2010. Anche questa distilleria, nota per la sua espressione classica, il 16 anni, vende molto ai blender e per il resto si aspettano le loro edizioni limitate, che ultimamente sono state di una qualità eccezionale. Ormai ogni anno fa uscire il suo “millesimato” con questi malti in edizione limitata a pieno grado e dall’invecchiamento di 12 anni, ealizzati con le migliori botti dei magazzini della distilleria in tiratura limitata. Come già detto noi abbiamo degustato l’ultima uscità. Per gli amanti dei torbati è uno del migliori prodotti che si possano trovare ora sul mercato. Complesso e fruttato, dal forte aroma di limone fresco, riesce a mantenere un perfetto equilibrio tra la forza della torba ed il dolce del malto d’orzo. Anche dopo alcune ore trascorse nel bicchiere il suo aroma non presenta difetti ed il suo gusto resta sempre gradevole, cosa molto rara dopo una lunga ossigenazione. Veramente un bel whisky degno rappresentante dei malti di Islay.

Gli altri erano un classico Glenkinchie 12 anni ed un Dalwhinnie 1991 doppia maturazione in botti di sherry oloroso. Tutto sommato due bei prodotti anche questi.

La serata è scorsa via in maniera piacevole e ci teniamo a ringraziare Franco per essersi fermato ad Arezzo. Una cosa tra le altre mi è rimasta impressa di lui : con ancora la cena da terminare ha voluto per forza alzarsi ed aiutarmi a riempire tutti i bicchieri delle persone che dovevano arrivare. A nulla è valso il mio suggerimento di finire la cena con calma che al resto avrei pensato io. In passato ho fatto iniziative con persone molto meno note di lui (diciamo sconosciute) che al momento di “apparecchiare” i tavoli da degustazione mi avevano ragguardito con un “mica sono venuto qui per riempire bicchieri e servire la gente”(o cacchio !!).  Ecco, spesso le persone le puoi misurare da queste piccole cose.

Se poi volete provare a vincere una degustazione da sogno, con malti rari degli anni 40/50 (l’anno scorso c’era anche una bottiglia di Talisker degli anni 30) basta che vi iscriviate al sito del Classic Malt (www.malts.com), incrociate le dita, e….. sperate per il meglio.

Mi raccomando, se qualcuno di voi partecipa all’estrazione della serata “vintag” e vince, che non si dimentichi di invitarmi.

  1. Sara ha detto:

    Sono vostra amica e non lo sapevo! Ora vi aggiungo anchio ai links….complimenti per il blog!