Rhum Saint Jaimes 1885

Posted: 18th febbraio 2011 by adminspirito in RUM

Salve

Questo pezzo è dedicato ad una (doppia) esperienza che ho avuto un paio di anni fà.

Una sera entra da me in negozio un vicino & affezionato frequentatore; porta con se una bottiglia di rum che gli hanno regalato al lavoro, me la mostra e mi chiede di saperne qualcosa di più.
E’ una vecchia bottiglia di rhum vieux St. James.
L’importatore è francese (dai nomi in etichetta) e sulle prime (in base alle ricerche sul nome dell’importatore) la dato nei primi anno 50.
Roberto (il fortunato) la ha ricevuta in dono da una sua paziente, che (le racconta) la aveva in casa da tempo immemorabile.
Mi invita a salire da lui, dopo la chiusura, per “aprirla”
Tolta la cera lacca, il tappo di sughero è di quelli a raso (tipo vino); prendiamo un cavatappi, ma quando infiliamo la “coda di maialino” nel sughero, questo, si sbriciola completamente. Allora filtriamo il rhum per separarlo dal sughero (quasi polvere) e poi lo rimettiamo nella sua bottiglia originale.
Ce ne serviamo “due dita” e lo degustiamo assieme.
E’ un Rhum di pregevole fattura, molto buono, ma dalla degustazione non ne esco particolarmente “colpito” (cavolo, un Rhum degli anni 50, mi aspettavo qualcosa di più). Unica cosa che mi colpisce è il mio rientro a casa : continuo ad avere il sapore del rhum in bocca. Rinuncio di proposito alla cena e quel sapore mi resta in bocca per almeno 2/3 ore (persistenza).
Intanto mando le foto della bottiglia a vari “amici” per saperne qualcosa di più.
Dopo qualche settimana, con Roberto, torniamo in argomento e lui mi invita a salire di nuovo a casa sua, per bere gli ultimi due bicchieri di quel rhum.
La bottiglia è ormai “agli sgoccioli”, ci versiamo i due ultimi abbondanti calici.
Con mia grande stupore, noto che l’aroma è aumentato in complessità, rispetto alla prima volta, ma è il sua sapore che mi lascia completamente a “bocca aperta”.
Un sapore quasi “paradisiaco”, fatto di un equilibro pressoché perfetto. Il mio commento a voce alta fu . questo rum può competere a testa alta con i migliori cognac del mondo.
Faccio veramente fatica a trovare le parole per descrivere la sensazione provata, ma la cosa più incredibile è che , rispetto alla prima degustazione, sembrano due prodotti completamente diversi.
Credo che tutti quegli anni trascorsi in bottiglia avessero, come dire, “chiuso” le immense potenzialità del prodotto, per questo la prima volta, appena aperto, non ne ero rimasto colpito ed affascinato.
Ma dopo circa un mese dalla sua apertura, era diventato quello che avevo in mano, pardon, nel bicchiere.
Anche questa volta tornato a casa non cenai; la mattina dopo, svegliandomi, sentii che avevo ancora in bocca quel sapore incredibile.
Passa appena qualche giorno e mi arriva una risposta alle varie mail che avevo mandato x capire meglio la storia di quella bottiglia, saro breve :
Il rhum è stato imbottigliato nei primi anni 50 da questa azienda francese (come avevo intuito), ma si tratta di una partita distillata molto tempo prima. Era rimasto “volutamente dimenticato” nella cantine della St. James, poi Luca Gargano ne aveva acquistato la partita intera (poche bottiglie)
Poi continua con la valutazione della bottiglia, prezzo che ora, al mercato dei collezionisti si attesta appena un pò sotto i 10.000 euro.
La sera stessa incrocio Roberto e….. messo al corrente delle informazioni esclama : “mio Dio Francesco, ma cosa ci siamo bevuti !?!?”
Chissà, se lo avessimo saputo prima, forse quella bottiglia (visto l’alto valore) non sarebbe neanche stata aperta (privandoci così di un’esperienza rara).
Mi è stato “donato” il vuoto e….visto che al suo interno erano rimaste poche gocce di quel prezioso nettare, come mio solito ci ho “infilato” dei sigari toscani ad “affinare” (trucco che consiglio a tutti gli appasionati fumatori di Sigari); chissà che tra un paio di anni non possa risentire quel sapore in bocca.

Di recente, partecipando al laboratorio sul rum Caroni organizzato dalla VELIER durante il Salone del Gusto, Luca Gargano (patron Velier) parlando ha avuto modo di raccontare come era riuscito ad entrare in possesso delle ultime bottiglie di questo fantastico rhum, dimenticato nelle cantine della distilleria.

Anche lui, navigato scopritore e degustatore, racconta il momento della degustazione di questo rhum come uno dei più significativi della sua carriera; anzi sembra che sia proprioin seguito a questa esperienza che abbia maturato la decisione del progetto Rhum Rhum. Ma di questo ne parleremo in seguito.