Sti Svizzeri …. e la Nuova Legge sulla Distillazione

Posted: 1st dicembre 2017 by adminspirito in ACQUEVITI VARIE

Salve

Non abbiamo mai smesso di pensare/lavorare ad una Proposta di Legge per riformare i vecchi regolamenti Italiani sulla Produzione/Distillazione risalenti al “Regno d’Italia” (cioè agli Anni30). In tutto il mondo le acquaviti stanno vivendo un momento d’oro, mentre l’unico in continua crisi è la Grappa Italiana e questo in parte (ma una grossa parte) è dovuto proprio alla mancata riforma di un settore che è regolamentato da leggi di Inizio 900.

In Italia aprire una distilleria Artigianale (una MicroDistilleria per intenderci) o aprirne una Industriale (una grande distilleria) ha praticamente gli stessi costi (a parte quello dell’impianto) ed è soggetto alle medesime “beghe burocratiche” (in Italia la burocrazia è sempre stato molto faragginosa ma vi posso assicurare che nel campo della Distillazione ha raggiunto vette impensabili, quasi Fantozziane). Questo finisce per scoraggiare tutti i giovani intenzionati a lavorare/investire in questo campo.

ALAMBICCO AMBULANTE con COLONNA di RETTIFICA

E pensare che la Comunità Europea, ormai da un pò di tempo, ha emanato le direttive da seguire per aiutare una Riforma del settore in grado di mettere tutti i paesi comunitari sullo stesso piano, ma l’Italia ed il suo Governo si è ben guardata da tradurla in pratica. Una buona fetta delle Distillerie esistenti ha sempre fatto pressione (attraverso la sua associazione di categoria un tempo parte di Confindustria) perchè queste nuove norme non venissero mai applicate. Vedono nell’ingresso di nuove leve un potenziale danno concorrenziale/commerciale (tutti futuri concorrenti insomma) e fanno di tutto per impedire una riforma del settore che renda più snella la regolamentazione sull’apertura di nuove distillerie in Italia. Nella loro miopia commerciale questi signori non si rendono conto che l’ingresso di “nuova linfa” sarebbe utile anche a loro perchè porterebbe ad un rinato interesse per i distillati Italiani (quelli di altà qualità ovviamente), un patrimonio storico/culturale che altrimenti rischia di scomparire, ostaggio di poche distillerie che assomigliano più a disalcolatori che a vere distillerie tradizionali/artigianali.

Cercando di ispirarci ad altri paesi che hanno già operato una vera riforma del settore abbiamo seguito il lavoro della Svizzera che per certi versi ha delle cose in comuni con la nostra penisola (in primis l’uso della lingua che ci permette di leggere con comodità i loro documenti).

LA FINE dell’ ASSENZIO in SVIZZERA

La Svizzera può vantare una lunga tradizione Distillatoria agricola/contadina data prevalentemente da materie prime fruttifere (Mele, Ciliegie, Prugne, ecc..), senza dimenticare il periodo storico dell’Assenzio. Questa tradizione contadina si è dovuta spesso scontrare con la politica dei Benpensanti Proibizionisti che nel corso dei decenni hanno cercato di mettere fuorilegge (o di ridimensionare il più possibile) il lavoro dei piccoli distillatori artigianali (nel corso della storia Svizzera ci sono state numerose campagne contro la produzione di alcol). Lo stesso Assenzio Svizzero, messo fuorilegge nei primi del 900 è tornato legale solo nel 2005, dopo che è stato finalmente abrogata la legge del 1910 che vietava la sua produzione a seguito di un Referundum Popolare (anche se veniva prodotto clandestinamente per tutto il 900). Insomma la Svizzera stava correndo il rischio di veder estinguere una fetta delle sue antiche tradizioni agricole/contadine legate alla produzione/distillazione di acquaviti (cosa che potrebbe succedere anche in Italia, la produzione del Brandy è ormai quasi estinta e la Grappa di qualità rischia di fare la stessa fine).

Come consuetudine degli elvetici (saranno poco simpatici ma sanno essere molto pragmatici) hanno preso la situazione di petto ed hanno deciso di riformare tutto il settore della produzione/distillazione, un modo per recuperare le antiche tradizioni (in particolare nelle valli di montagna) ed al tempo stesso di permettere lo sviluppo & crescita di un indotto artigianale/commerciale legato al mondo delle acquaviti. Le nuove leggi/regolamenti, già approvate, entreranno in funzione definitivamente nel 2018.

Sul sito della RFA Svizzera vi potrete sbizzarrire a leggere (anche in Italiano) tutto quello che riguarda la distillazione in Svizzera, dalla Storia dell’Alcool e delle Modalità produttive alle Nuove Leggi Emanate per Rilanciare & Proteggere questo settore.

Proviamo a riassumere i fatti salienti della Riforma della Distillazione in Svizzera :

  • I Controlli sulla produzione di alcool non sono più “obbligatori” (cioè ogni volta deve venire l’ufficiale incaricato della dogana per togliere i sigilli all’impianto e per seguire il processo di produzione e verificare la quantità di alcool prodotta) ma sono soggetti all’autocertificazione e quindi è il proprietario dell’impianto/distilleria che dichiara come & quanto alcool produce (fermo restando che l’agenzia del fisco si riserva il diritto di eseguire dei controlli a sorpresa per verificare la veridicità di quanto dichiarato). Se questo venisse applicato anche in Italia si risolverebbe uno dei nodi fondamentali, quello della mancanza di personale all’agenzia delle Dogane in grado di occuparsi del controllo del lavoro delle distillerie. Infatti alcune agenzie delle dogane Italiane finiscono per scoraggiare l’apertura di nuove distillerie (applicando un vetusto regolamento faragginoso alla lettera e soggetto a molteplici interpretazioni) perchè sanno di avere grosse difficoltà di personale e/o le competenze necessarie per seguirle.
  • Nella nuova legge Svizzera vengono finalmente tutelate le MicroDistillerie (le piccole distillerie artigianali) detassando le accise sulla loro produzione. In questo modo non si mette sullo stesso piano (e con gli stessi obblighi/costi) una piccola Distilleria Artigianale ed una Grande distilleria Industriale (come avviene in Italia).
  • Si è inserito la distillazione per “Conto Terzi”. I piccoli contadini e non solo (i semplici Privati insomma che non hanno un proprio impianto) possono usare/raccogliere/acquistare la loro frutta (la lavorano e la fanno fermentare) e portarla in una Distilleria con la licenza “Conto terzi” per lavorarla/distillarla li. Come da noi in Italia si fa per l’olio insomma, si raccolgono le Olive e si portano in un Frantoio per produrre l’Olio. In questo modo si contribuisce a tenere viva e a salvaguardare una tradizione tipica di alcune zone agricole/rurali che altrimenti sarebbe destinata a scomparire (in questo modo tutti quelli che Distillano di nascosto nelle loro cantine sarebbero incentivati a mettersi in regola, pagherebbero volentietri le tasse e ingrosserebbero le fila di un indotto non solo produttivo ma anche formativo e commerciale).
  • Tutto l’impianto della nuova legge è volto a stimolare/facilitare la produzione artigianele qualitativa di acquavite a scapito di una produzione massiccia di tipo industriale. Produrre acquavite di qualità finisce per avere ripercursioni anche sui consumi (si beve meglio ma si beve meno) e questo abbassa i costi pubblici/sanitari a media/lunga scadenza.
  • Sono stati pensati il Museo della Distillazione Elvetica ed altri organismi con il duplice compito di promuovere la cultura agricola legata all’Arte Distillatoria ed al tempo stesso di offrire Percorsi Formativi per insegnare a Futuri Distillatori che vogliono aprire una MicroDistilleria (ma anche privati) le Tecniche necessarie per lavorare in questo settore. Inoltre un affiancamento tecnico/artigianale per aiutare le nuove realtà.

Se le medesime leggi/regolamenti venissero applicate anche in Italia (sono ispirate alle Direttive della Comunità Europea e quindi un giorno si dovrà andare per forza in quella direzione) il settore della distillazione riceverebbe nuovi impulsi con l’ingresso sul mercato di tantissimi giovani affascinati da questo mondo (quando abbiamo fatto il corso per Mastro Distillatore eravamo una 20ina di persone che volevamo investire/lavorare in questo campo e altri ne abbiamo incontrati/conosciuti in questi anni). In Svizzera o in Austria, dove le leggi sulla distillazione sono state riformate cercando di varare una politica volta a aiutare i giovani ad investire in questo settore, sono state aperte (solo negli ultimi 2 anni) ben 6mila Dillerie Artigianali (in Italia ce ne sono poco più di 100 – cento – in totale). Le stesse cose stanno succedendo in altre parti del mondo (si pensi al fenomeno delle MicroDistillerie negli USA, più di 5Mila nuove aperture in soli 3 anni) e per altre tipologie di Distillati (Boum di Whisky & Rum, Rinascia del Gin Artigianale, Vodka, Tequila, ecc…). Inoltre siamo convinti che la nascita di un movimento di Giovani Appassionati della materia qua in Italia porterebbe giovamento a tutto il settore, come è successo 10/15 anni fa nel mondo della Birra con il Movimento dei MicroBirrifici (ci hanno guadagnato tutti, anche i vecchi marchi storici/commerciali perchè con il rinato interesse per la Birra di Qualità sono aumentati i consumi di tutto l’indotto). Se la granparte delle distillerie italiane già esistenti non si rendono conto che la Grappa sta vivendo un vero & proprio Suicidio Assistito, che c’è bisogno di riformare/rilanciare un settore in crisi e che questo può essere facilitato grazie ad movimento di nuove leve che altro non aspetta che gettarsi nella mischia, vuol dire che questi signori non sono Mastro Distillatori ma semmai dei ScolariRipetentiPresuntiDistillatori.

In Italia spesso si finisce per buttare tutto in Politica ma in questo caso è proprio la Politica che non sta facendo la sua parte, secondo un copione caro alla “commedia italiana”:

Ci sono un buon numero di distillerie (quasi tutte di tipo Industriale) che fanno di tutto per impedire una riforma del settore (chiamiamole con il loro nome, una Lobby) perchè fanno fatica a vendere i loro prodotti (ci credo, fanno dei distillati di mer….) e quindi hanno paura che se aprono nuove distillerie loro venderanno ancora meno di quanto riescono a fare oggi. Tutte le riforme che sono arrivate in Parlamento (2 tentativi negli ultimi 10 anni e tutto sommato abbastanza inutili perchè non affrontavano i veri nodi del problema) sono sempre state osteggiate da una parte delle Distillerie esistenti. I Politici Italiani non si vogliono occupare di questo problema perchè in verità è una questione molto ingarbugliata, che prevede un gran lavoro, per un settore tutto sommato di nicchia (della serie : perchè mi devo dar tanto da fare quando al massimo accontento 2/3mila persone, troppo poche per tanto lavoro). Lo stesso Zaia in Veneto (più volte interpellato) ha preferito girarsi dall’altra parte per non dover affrontare la situazione (del resto come come recita il titolo del Film Finchè c’è Prosecco c’è Speranza, quindi perchè perdere tanto tempo con la Distillazione quando il “succo d’uva frizzante” ci regala tanti soldi!?!). I Nuovi regolamenti in verità ci sono già (le Nuove Direttive della CE) ma l’Italia si guarda bene dal metterli in pratica. La Spagna che le ha usate a suo Vantaggio riesce a produrre Brandy (Industriale) a bassissimo costo tantè che alcuni dei famosi marchi storici del Brandy Italiano già da un paio di anni hanno smesso di Distillare e lo acquistano direttamente in Spagna per i propri imbottigliamenti/etichette (alla faccia del tanto sbandierato made in Italy di qualità).

Senza una adeguata riforma le Agenzie Doganali (a cui ti devi rivolgere per avere le necessarie autorizzazioni) rimarranno incapaci di poter seguire i nuovi arrivati e se le cose resteranno così il buon esito dell’apertura di una distilleria dipenderà dal funzionario della agenzia delle Dogane che ti capiterà di incontrare (della serie se trovi uno che si appassiona alla materia e a voglia di dedicarti del tempo puoi avere qualche speranza ma se invece trovi qualcuno che non ha nessuna voglia di seguirti andrà a finire che sarà quasi impossibile arrivare ad aprire una nuova distilleria). Del resto non è neanche colpa loro, senza una seria riforma saranno sempre sotto organico e soprattutto senza personale competente e adeguatamente formato/aggiornato per seguire questo settore. Infatti in Italia non è mai Colpa di Nessuno, anche questo è un Classico del Copione della Commedia.

Invece come ripetiamo ormai da tempo :

  • Riformare il settore (sul modello Svizzero se si vuole un esempio, oppure più semplicemente seguendo le direttive CE che già ci sono) agevolerebbe i Giovani interessati ad investire in questo campo (ma anche le grandi multinazionali del beverage sarebbero interessate a farlo, non dimentichiamoci che nella Liquoristica Tradizionale l’Italia non è seconda a nessuno e che i suoi marchi storici spopolano in tutto il mondo, peccato solo che molti di questi non producono più in Italia).
  • Con le nuove distillerie artigianali nascerebbe un movimento di appassionati/consumatori votato più alla qualità che al consumo di alcool fine a se stesso (riduzione dei consumi procapite), come sta succedendo in tutti gli altri paesi che hanno una Tradizione Distillatoria.
  • Si recuperebbero le antiche tradioni agricole/rurali legate alla distillazione (soprattutto nell’Arco Alpino per la Grappa/Frutta, al Centro per il Brandy, al Sud per gli Amari/Liquori).
  • Tutto l’indotto ne avrebbe gran giovamento con rinati investimenti e nuovi posti di lavoro.

E tutto questo non si fa perchè 4/5 politici/Tecnici non hanno voglia di fare il loro lavoro (per cui sono profumatamente pagati) e perchè un pugno di Distillerie Industriali vuole continuare a vendere i loro Distillati Mediocri?!?

Cari signore/i dalla Commedia all’Italiana, siamo passati alla Tragedia!!

Questo Video racconta della vendita & trasporto di una Vecchia Distilleria Mobile negli anni50, se vi volete divertire a guardare altri vecchi video sulla Distillazione (in Svizzera) ne potete trovare una bella raccolta in questa pagina.